I giornali politici calabresi del risorgimento in una preziosa raccolta

I giornali politici calabresi del risorgimento in una preziosa raccolta

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Presentazione

La storiografia degli ultimi trent’anni ha recuperato alla storia totale fonti che le tradizionali metodologie tenevano di solito in disparte o usavano sporadicamente, quando non ignoravano del tutto.

L’ampliamento conseguente della conoscenza dei fatti umani ha portato a sua volta a esplorare, anche con l’ausilio delle cosiddette scienze esatte, nuove piste di ricerca, in un fervore che si è dipanato in mille rivoli di discipline altamente specialistiche, che vanno, a titolo esemplificativo, dalla cultura materiale alla antropologia, dalla climatologia

alla storia della alimentazione.

Crollato il mito totalizzante della storia politico-diplomatica tout court, la ricerca ha di fatto aumentato le sue potenzialità, ma con esse anche il rischio dell’errore.

Tra le nuove piste di esplorazione sono stati già da tempo inseriti Giornali e Periodici. Sebbene destinati talora a fornire informazioni, notizie e molto meno commenti e giudizi, essi offrono — ad un lettore perspicace — chiavi di interpretazioni, stimoli culturali e visioni particolari, capaci di dare al quadro complessivo più generale una luce che ne illumina anche i contorni.

Su questa pista la storiografia italiana ha compiuto già da tempo significative esperienze, inducendo le autorità competenti ad inserire nell’ordinamento accademico l’insegnamento universitario di storia del giornalismo. La stessa Calabria non è rimasta fuori da tali iniziative, anche se occorre ricordare che un bilancio retrospettivo sui Periodici

stampati nella regione prima dell’Unità d’Italia pone in risalto immediatamente due caratteristiche:

l’esiguità e la discontinuità degli stessi. Né del resto poteva essere altrimenti, se si tiene conto che essi venivano a collocarsi in una società pressoché analfabeta, finendo così con l’essere destinati a poche élites e d’altra parte erano il puntuale riflesso di una situazione politica generale molto incerta, quale è quella che caratterizza il Regno di Napoli dopo il tramonto dei Napoleonidi, tra istanze libertarie e restaurazione, quando timidamente, anche in Calabria, cominciano ad affermarsi gli ideali romantici.

A prescindere dai fogli burocratici quali il Giornale dell’Intendenza di Calabria Citra (/8//) e quello di Calabria Ulteriore (1830) e da pubblicazioni di indole economico-scientifica (a testimonianza che la lezione del Serra non era stata impartita

invano), due periodici, La Fata Morgana (Reggio 1838) e Il Calabrese (Cosenza 1842) curati da giovani scrittori come Biagio Miraglia, Pietro Giannone, Vincenzo Padula, fanno il loro esordio nella pubblicistica italiana, sorretti dall’incoraggiamento e dalla penna di Domenico Mauro, che nel 1840 affida a Il Viaggiatore (Napoli 1840) le sue

idee e le sue istanze di civile rinnovamento.

Col passare degli anni e con l’incalzare degli eventi alcuni periodici assumono un carattere più marcatamente politico e testimoniano il travaglio istituzionale che va dal ’48 all’Unità. «Il presente giornale — si legge nell’editoriale de L’Italiano delle Calabrie (Cosenza 1848) — succede al Calabrese Rigenerato, ma con auspicî migliori ei comincia, chè

al tempo in cui quel giornale sorgeva, dal Principe venire sembrava l’iniziativa delle libere istituzioni, dove oggi dal popolo, solo e vero sovrano, ogni istituzione, ogni diritto emerger si vede splendidamente»! Il foglio, che recava come sottotitolo essere espressione «uffiziale del comitato di salute pubblica», non superò la soglia degli undici numeri

(dal 7 al 30 giugno 1848), ma lasciò un’orma significativa, che sarebbe stata seme di riscatto per gli anni e le lotte successive. Reperibile solo in alcune biblioteche specializzate, L’Italiano delle Calabrie viene oggi dalla editrice Cultura Calabrese riproposto in stampa fotomeccanica insieme con Il Calabrese Rigenerato, il foglio che l’aveva immediatamente

preceduto per i tipi del cosentino Giuseppe Migliaccio dal 15 febbraio al 14 maggio 1848. Ad essi molto opportunamente è stato aggiunto, in appropriata veste, Il Monitore Bruzio (Cosenza 1860), che documenta la realizzazione tanto sospirata del «bisogno degl’Italiani di ricomporsi in una sola famiglia vagheggiato da Dante, sviluppato dal Machiavelli», rimasto «non soddisfatto per tanti secoli». Tale periodico, oltre agli atti ufficiali della provincia di Calabria Citeriore, reca una parte non ufficiale con testimonianze e notizie dei primi fervori unitari.

L’Italia politicamente era una realtà. Per fare gli Italiani l’impresa non è terminata. Aver pensato di rendere accessibili a tutti e in particolar modo ai Calabresi, ideali di patriottismo così alti, in un periodo in cui l’Italia sembra talora scossa’ da forze disgreganti, è certamente merito dell’Editrice, che ha posto in evidenza documenti importantissimi del Risorgimento Italiano e Calabrese. C’è davvero da augurarsi che presto altre voci di quella fortunata stagione vengano ristampate.

PIETRO DE LEO

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Post Author: Gianni Saffioti