Indignarsi non basta, è ora di essere solidali coi fatti

Indignarsi non basta, è ora di essere solidali coi fatti

Bagnara 26 gennaio 2024

Quanto è accaduto nella notte del 26 gennaio a Bagnara è più che grave. L’incendio della macchina della polizia municipale è un chiaro messaggio che a qualcuno il tentativo di cambiamento non piace e con gesti infami cerca di intimidire quanti provano a risollevare un paese che ad oggi non vede futuro.

E‘ chiaro che la solidarietà a parole non basta, serve a poco. Ci vogliono fatti concreti come nel saper scegliere da che parte stare confortati da manifestazioni realiste e tangibili. Le tantissime associazioni che esistono sul territorio potrebbero fare una gara di solidarietà con autofinanziamenti e/o raccolta di fondi donando una nuova auto alla polizia municipale in pochissimi giorni. Questo sarebbe un chiaro segno oggettivo, materiale, visibile di solidarietà per dire io sto dalla parte della legalità, di chi vuol cambiare. Non sarebbe tanto il gesto tangibile di fare quello che non è mai stato fatto, ma di far vedere coi fatti che si vuole progredire, andare avanti onestamente, cambiare mentalità, per la legalità e per una Bagnara vivibile che guarda al futuro e al suo prossimo con ottimismo e non con rassegnazione.

Il gesto sarebbe uno schiaffo ai mandanti dell’attentato criminoso, farebbe capire  che la gente è schierata contro di loro. Sarebbe uno spunto per saggiare lo spirito delle oltre 40, forse 50 associazioni che esistono nella cittadina, di coordinarsi e fare un gesto nobile per dire no alla criminalità.

La civiltà passa attraverso il senso di educazione civica e culturale, un pese civile in momenti come questo ha il dovere di unirsi e far sentire la sua voce, di continuare a farla sentire anche in futuro. Oltre a resistere bisogna vigilare e prevenire atti ignominiosi come quello accaduto. Si previene cambiando la mentalità sociale, lavando il tessuto sociale, curando l’ambiente sociale, arricchendo la cultura sociale. L’evoluzione passa attraverso il cambiamento sociale, l’alternativa è la rassegnazione alla mera sopravvivenza.

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L’immagine è tratta da un post di Emanuele Gioffrè, non conosco l’autore e me ne scuso per la mancata citazione.

Post Author: Gianni Saffioti