Gli italiani, i calabresi e i bagnaroti in Carmen di Patagones e Viedma

GLI ITALIANI I CALABRESI E I BAGNAROTI  IN CARMEN  DI  PATAGONES  E VIEDMA

Piccola storia

 di Maria Musarella

 

   Carmen de Patagones e Viedma furono, durante circa cento anni, un unico paese chiamato Fuerte del Carmen o Carmen de Patagones. Carmen, per la Madonna del Carmine e Patagones per gli aborigeni.

    Fondato da Francisco di Viedma y Narvaez (colonizzazione spagnola) sulla riva del fiume Nero il 22 aprile 1779, diventa due popolazione nel 1878: Viedma (provincia di Rio Negro) e Carmen de Patagones (provincia di Buenos Aires) separati dal fiume Nero.

   Sebbene nella zona abitavano italiani del nord Italia, quelli della provincia di Reggio Calabria cominciarono ad arrivare specialmente dopo una grande inondazione (nel 1899), quando fu necessaria molta mano d´opera: muratori, falegnami, ecc …per la ricostruzione.   E cosi “ogni colono chiamó i suoi genitorii, i suoi figli, o i suoi cugini o amici, ed ogni italiano portò in più uno, due o tre italiani, cosi Carmen de Patagones, tanto spagnola fino a quel momento, venne italianizzandosi “(J. Emma Nozzi-Direttrice Museo Patagones)

   Quasi tutti i calabresi abitavano in via Roca, di fronte al porto, parallela al fiume. Quartiere tipicamente italiano.  E quasi tutti erano pescatori o canottieri e traghettavano la gente fra Viedma e Patagones.

   Dopo cominciarono a fare mattoni, avendo le fornaci, ed a lavorare la terra. Quasi tutti questi lavoratori erano italiani, e soprattutto calabresi e siciliani

   C’era in Patagones un’altra strada propriamente italiana, oggi sparita a causa del fiume, chiamata “Stati Uniti di Calabria e Sicilia”, nel quartiere degli italiani. Un omaggio degli italiani sicuramente, ricordando con nostalgia la loro Italia lontana.

   Oggi sono molti i discendenti di calabresi a Viedma-Carmen de Patagones, e molti, anche, bagnaroti. Come i Patané, Melluso, Calabró, Spampinato, Dominici, Barbara, Barilá, Musarella e tante…

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  Carmen de Patagones  al nord (provincia Buenos Aires) e  Viedma (provincia Rio Negro), due  città nate  dopo  la fondazione  del forte  Nuestra Señora del Carmen, ( 22 aprile  1779)  per mandato  del re di Spagna, Carlos III.

   Ambi due  sulle rive  del fiume  Negro.

   Carmen de Patagones é  la cittá piú antica della Patagonia

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FOTOGRAFIA 1: i miei nonni paterni in 1939

–          Francisco Musciarella Barbara (o Mussarella?) Nato a Bagnara 24 settembre 1879 – Morto in Carmen de Patagones (provincia Buenos Aires, Argentina) 20 agosto 1958

–          Anunciata Barilá Yaria – Nata a Bagnara 21 junio 1888 – Morta in Carmen de Patagones 1960

   I miei nonni paterni hanno avuto dodici figli – Quattro di loro, morti prematuramente.  Gli altri furono:

Lucía M., Josefa M., Francisco, Antonio, Rosario, Domingo, Vicente y  Carmen M..-

Tutti nati a Carmen de Patagones.

Piccola storia:

   Mio nonno FRANCISCO MUSCIARELLA BARBARA come consta nel suo passaporto o MUSSARELLA BARBARA com’è diventato in Argentina (devo cercare la sua partita di nascita!) era muratore, arrivato in Argentina nel anno 1902.

   Il suo più grande orgoglio fu lavorare nella costruzione della chiesa parrocchiale di Carmen de Patagones, finita circa nel 1934. Come buon immigrante italiano, lavorava da mattino a sera, senza mai vacanze.

   Nei suoi momenti liberi lavorava nell’orto, un bello e completo orto dietro la sua   casa, dove otteneva verdura e frutta che aiutavano nella economia familiare e sicuramente lo avvicinavano alla sua terra.  Ricordo specialmente le vite rosse, il melograno enorme, i pomodori, i peperoncini…  Tutto coltivato con tanto amore e dedicazione…

   Dopo facevano le conserve, anche i dolci, gli olive… che mangiavano durante tutto l’anno.

   Sempre lo ricordiamo portandoci ai suoi nipoti, l´uve nella sua vasca di muratore, coperte con foglie delle vite e fumando sigari“toscani” odorosissimi… Sempre con i suoi fazzoletti biancchi o neri   al collo.

   Mia nonna, Anunciata Barilá Yaría, era casalinga, come quasi tutte le donne di quel tempo. Impegnata nella cura dei suoi figli e della sua casa. Sempre vestita di scuro… Sorrideva poco… parlava sempre della montagna, del mare… Era grande la loro nostalgia…

    Abitarono tantissimi anni, anche, in via Roca. E dopo, li vicino.

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FOTOGRAFIA 2:  I miei nonni materni e mia mamma

–          Rosario Barilá Yaría – * Nato a Bagnara  1895 – Morto in  Tandil (Argentina) aveva 24 anni in questa foto

–          Ana Caterina Lovera Candiotti – Nata in Argentina (figlia  di italiano del Piemonte) 16 anni in questa foto

–          Juana Josefa Barilá Lovera  -circa 8 mesi in questa foto.

* Rosario Barilá Yaría   (mio nonno materno) e Anunciata Barilá Yaría  (mia nonna paterna) erano fratelli.

Sono venuti in Argentina  con i suoi genitori  ed altri fratelli, il 17 luglio 1905,

Loro erano:

María Giusefa Yaria   ó Iaria di Barilá  (nata a Catanzaro 19 marzo 1867), il suo marito Francisco Barilá  e i loro figli:

Anunciata  (mia nonna, 17 anni al momento dell’arrivo) , Domingo  (15), Francisco (12), Rosario (mio nonno, 10), Rosaria (7) e Rocco (4) –  In Argentina hanno avuto un  altro figlio, chiamato José.

Piccola storia:

   Mio nonno materno, Rosario Barilá Yaría,  abitava a Viedma (provincia Rio Negro) con la sua famiglia.    Fu  poliziotto, della polizia della provincia di Rio Negro durante molti anni.

   Diventò dopo autista, con auto particolare.  essendo uno dei primi autisti di Viedma.

   Mia mamma lo ricordava molto intelligente, molto carino e abile artigiano.  Quando ero bambina,  i miei nonni si sono separati e lui se ne é andato in un’altra città dov’è morto anni dopo.

 

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FOTOGRAFIA 3: I miei genitori

      -. Francisco Carmelo Mussarella  Barilá (argentino 1915-1989)

      –  Juana Josefa Barilá  Lovera (argentina 1919-2007)

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FOTOGRAFIA 4:  La mia  famiglia materna

       De sinistra a destra: Hilda Pilar Barilá Lovera – Juana Josefa Barilá Lovera – Rosario Barilá Yaría (il bagnaroto) e la sua moglie Ana Caterina Lovera Candiotti – Francisco Antonio Barilá  Lovera – René Barilá  Lovera – Lucinda Alicia Barilá Lovera e la bambina,  Gladys Concepción.

Post Author: Gianni Saffioti