Minasi – L’abazia normanna in Bagnara Calabra. P.1905

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MINASI – L’ABAZIA NORMANNA IN BAGNARA CALABRA – 1905

PREFAZIONE

     Un nostro famoso poeta del passato secolo credeva impossibile l’addirizzar le gambe ai cani. Ed anche in questo nostro secolo con tutti i novelli ritrovati della scienza dubitiamo che se ne possa tentare la prova. Però la impossibilità, che s’incontra in questa operazione, svanisce in quelle che s’imprendono per addrizzar tutte le opere storiche, non escluse le scientifiche e le letterarie, riboccanti di errori, disordinate nei concetti e nella forma, fondate sopra basi tutt’altro che solide, ma sol campate in aria, o alla men trista, sostenute da congetture impossibili. Ed è appunto con questo lavoro che cercheremo di addrizzar  un opera storica, sin’ora ritenuta esatta, e come tale accolta da qualche scrittore inesperto per difetto di critica.

     Quest’opera è appunto quella delle Notizie Storiche di Bagnara Calabra raccolte ed illustrate da Rosario Cardone e pubblicate nel 1873; lavoro per altro pregevole per dovizia di notizie, benché ivi riunite alla rinfusa e senza alcun critica. Dopo 32 anni un giovane scrittore Francesco Macrì ne rinfresca la memoria, e se ne serve come fonte, donde egli attinge notizie per pubblicare 1905 una memoria sulla Collegiata della Regia Abadial Chiesa di Bagnara Calabra. Il Cardone vero gentiluomo di buona fede, spinto dal desiderio d’illustrare la sua patria, raccolse notizie e documenti che già erano stati pubblicati nel XVIII secolo per la famosa causa contro i rr. pp. Domenicani, che allora governavano quell’abazia. Però egli non li ricavò dagli originali ma dalle memorie degli avvocati e dei causidici, i quali, poco curando la verità storica, interpretarono quei documenti nel loro tornaconto.

     Questi documenti da sé soli non poteano considerarsi come fonte autorevole di storia né doveano accettarsi come oro di carata senza prima depurarli nel crogiuolo della critica.

     A questo ufficio potea meglio dedicarsi il Macrì, perché più giovane e ben fornito di scienze ecclesiastiche ed anco di studii storici, che sono indispensabili in un opera di tanto rilievo, Ma che che ne sia stato il motivo, ond’egli giudicò meglio di dispensarsene, noi per coprire una delle lacune, che s’incontrano nei nostri Cenni Storici sulle Chiese di Calabria dal V al XII secolo, tenteremo di colmarla, illustrando questo monumento normanno. Però avvisiamo i nostri lettori, che questo nostro lavoro non è una storia completa, ma solamente l’embrione, lo schema di una futura più ricca di notizie di quell’abazia. Conciossiachè nel compilare queste note storico-critiche fu nostro intendimento addrizzare le erronee notizie, i documenti non rettamente interpretati nel lavoro del Cardone, come il chirurgo ordina le disgiunte membra di un corpo e le rimette ove naturalmente debbono collocarsi. Non per tanto è anco indispensabile rapportare altre notizie e novelli documenti non ricordati dai cennati scrittori, quando occorre di ravvalorare le nostre osservazioni.

     Cosi ci auguriamo di diradare le tenebre che sin’ora oscuravano uno dei più cospicui monumenti della nostra Calabria, di cui oggi non esiste alcun vestigio.

     Siccome non si può disunire la storia dell’abazia a quella del luogo ov’era eretta, cosi nel primo capitolo daremo alcuni cenni sull’origine di Bagnara, per addirizzare la opinione del Cardone intorno alla sua remota antichità. Quindi in separati capitoli tratteremo dell’istituzione della castellania, del feudo e delle giurisdizione ordinaria ecclesiastica sopra le chiese e sui fedeli a lui sottoposti. Ricorderemo le vistose possessioni, ond’era stata donata dal suo generoso fondatore. Rapporteremo le svariate vicende a cui andò soggetta la castellania, il feudo, come pure l’abazia, e dei varii ordini religiosi che la governarono.  Tratteremo poi delle usurpazioni del suo ricco patrimonio; delle lotte suscitate dal clero secolare contro i religiosi regolari; dell’intrusione nella giurisdizione ordinaria intentata e consumata dal clero secolare di Bagnara; della illegale sua

costituzione in capitolo collegiale; dell’arbitrario suo statuto e finalmente della totale estinzione dell’abazia.

     Non crediamo che questo nostro lavoro torni a tutti egualmente gradito, perché tocca sul vivo talune pretensioni del clero secolare, che oggi non dovrebbe più suscitare. In ogni modo noi esporremo i fatti senza paura e senza rancori con tutta quella esattezza che richiede la importanza dell’argomento. A coloro che si degneranno di approvare questo nostro modesto lavoro noi ci profferiremo riconoscenti; agli altri poi cui non tornerà gradito, senza entrare in noiose polemiche, rispondiamo con quell’epigramma di un famoso umanista:

 

Si tibi non placco, placco  michi, lector, abibis:

Hoc satis est, autori si sua scripta placent.

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MINASI – L’ABAZIA NORMANNA IN BAGNARA CALABRA – 1905

 

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Post Author: Gianni Saffioti