Passeggiata in Calabria e in Puglia nei mesi di settembre e ottobre 1825 di Justus Tommasini

Passeggiata in Calabria e in Puglia nei mesi di settembre e ottobre 1825

un libro di Justus Tommasini

dal titolo originale: Spaziergang durch Kalabrien und Apulien

Constance W. Wallis. 1828.  Pag. 276.

Importantissimo un passo su Bagnara,  pubblicato nell’articolo.

I brani pubblicati sono tradotti dal testo originale in tedesco, la casa editrice Rubattino ha ripubblicato il libro in Italiano cambiandogli il titolo e credo eliminando la parte che non interessava la Calabria, per chi fosse interessato sotto le due copertine, quella originale e quella proposta da Rubettino

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 Nel 1825 scende in Calabria il tedesco Justus Tommasini (pseudonimo di Justus Westphal), matematico e viaggiatore. IL suo resoconto fu pubblicato in Germania nel 1828 col titolo Spatziergang durch Kalabrien und Apulien (Passeggiata attraverso la Calabria e la Puglia). Oltre a vedere i soliti contadini sporchi che parlano un dialetto orribile, riesce alla fine a dare un giudizio complessivamente equilibrato della nostra regione e dei suoi abitanti, come si può vedere dal passo che segue:

“Purtroppo, dai tempi della conquista romana sino ai tempi moderni, la Calabria ha avuto la sfortuna di avere quasi sempre dei governi cattivi, e tutte le benedizioni della natura sono servite a poco. I proconsoli romani la dissanguarono; i Goti e i Greci condussero lunghe lotte per il suo possesso; i Saraceni ne devastarono le coste mettendo a ferro e fuoco le città e costringendo gli abitanti a ritirarsi all’interno sulle montagne per sfuggire al pericolo di una orribile schiavitù; i cavalieri normanni se la divisero introducendo il sistema feudale; una massa di piccoli tiranni si arricchì sul sudore dei suoi infelici sudditi che invano si appellavano ai satrapi spagnoli che governavano a Napoli: in una parola, tutto contribuì a far sì che la Calabria precipitasse nella peggiore barbarie. È così che, quando si guarda a questi paesi arroccati coi loro castelli su cime quasi inaccessibili in regioni per lo più fertili, ma che i sudditi oppressi coltivano alla meno peggio perché non possono godere del frutto del loro lavoro; quando si vede che non v’è sicurezza alcuna della proprietà, dei traffici e dei commerci; quando non si fa nulla per l’istruzione e l’educazione della gioventù; quando, infine, non si scorge traccia alcuna di tutti quei progressi che il resto d’Europa ha compiuto da diversi secoli, ci si sente ricacciati nei tempi oscuri di quel Medio Evo tanto decantato dal clero e dall’aristocrazia e tanto maledetto dai popoli sottomessi. Un popolo robusto, anche se non di elevati sentimenti, giace in catene, e il singolo, cosciente della vergogna che su di lui grava, morde il freno e cerca di rompere le proprie catene, viene mandato in galera. La libertà alberga solo fra i briganti sulle montagne inaccessibili; e, se anche essa ora viene male adoperata a danno della società, pure fra questi briganti di strada v’è taluno al quale, in un altro contesto, non sarebbero venuti a mancare titoli ed onorificenze.”

Testo di  Luigi Santoro  del 2010 preso dal web

 

Alcuni periodi su Bagnara tradotti dal tedesco

“ Arrivai in tempo a Palmi, una città modesta, situata vicino al mare su una collina, che esercita almeno qualche commercio costiero, e quindi mostra un po’ di vita. Ho notato parecchie case piuttosto graziose, così come la pavimentazione composta da grossi poligoni, come le strade degli antichi; ma soprattutto merita di essere notata la bellissima vista che si ha dall’alto. Qui vediamo il piccolo promontorio di Bagnara, il più importante promontorio di Scilla, la torre di Faro, lo stretto stesso, Messina, la costa della Sicilia in notevole estensione, le isole Eolie, Vulcano, Lipari, Salina, ecc., in linea quasi ininterrotta, un po’ più lontano Stromboli, e infine i ripidi monti di Capo Vaticano, insieme con le pendici di Nicotera, che sono state dilavate dalla pioggia. Inoltre, il delizioso colore del mare, ora viola, ora blu scuro, ora luccicante come l’argento, come non si vede così bene vicino a Napoli. In generale, la Sicilia e questa costa, così vicina, sembrano godere di un vantaggio speciale in questo; almeno ho visto il mare abbastanza spesso in regioni molto più meridionali, senza ricordare un solo caso in cui il suo colore mi abbia colpito a tal punto per la sua bellezza. Anche qui si celebrava una festa la sera, con grande gioia del popolo, che era troppo contento dei razzi, degli sciami e dei colpi di cannone; Erano pazzi di gioia, ballavano e saltavano per la piazza. Notai che alcuni di loro, per i quali gli ampi pantaloni di lino potevano diventare troppo freddi la sera, avevano indossato dei pantaloni corti di panno blu, dove, naturalmente, quelli bianchi facevano capolino lunghi dal ginocchio in giù, il che sembrava abbastanza indegno.”

“La vecchia strada non passava per Palmi, ma un po’ più all’interno attraverso Seminara, l’antica Taurianum, di cui si dice che esistano ancora i ruderi, e poi proseguiva a una certa distanza dal mare, fino a scendere al Faro o Stretto, di fronte a Messina; ma quella più recente è stata portata lungo la riva per la via di Palmi, Bagnara e Scilla, per quanto è stato possibile, sebbene qui gli scogli scoscesi causassero spesso grandi difficoltà, ma tutte sono state felicemente superate. Anche se mancano ancora i ponti, la strada è già in gran parte percorribile. Subito dietro Palmi, un’ampia e non trascurabile cresta si protende nel mare, e qui scende così ripidamente in tutta la sua estensione che era impossibile per la strada passare lungo la riva; così sono stati dirottati al livello superiore. Questa pianura è intersecata da valli e burroni, e ricoperta di campi di grano e piantagioni di olio, tra le quali sorgono singole capanne; sulla sinistra si apre un’ampia vallata e alle sue spalle si ergono le alte montagne dell’Aspromonte. Mi sembrava strano vedere i porcellini qui come cani che seguono le persone e le rincorrono; ma non c’è davvero da meravigliarsi che questi animali siano così mansueti in Calabria, poiché vivono sempre insieme, mangiano e dormono con gli uomini, e qui, inoltre, nella natura di entrambi i tipi di creature, avviene un’approssimazione più che ordinaria. Superata la gola di cui sopra, si cammina lungo il pendio dei monti che scendono abbastanza ripidamente nel mare, in parte sulla nuova strada, e presto si giunge ad una seconda, ancora più stretta e ancora più selvaggia, ma che è molto pittoresca; un torrente scorre in essa. Scendendo verso il mare, dove i ripidi pendii, quasi ovunque ricoperti di vigneti, si aprono un po’ e si allontanano l’uno dall’altro, si trova il grazioso paesino di Bagnara, in parte direttamente sul mare, dove allo stesso tempo si trovano le case migliori, in parte sul pendio; un vecchio castello in rovina doveva essere un tempo importante; Sulla spiaggia sono visibili alcune chiatte e imbarcazioni costiere, ma non c’è un vero e proprio porto. Da qui a Scilla le montagne non scendono più così ripide nel mare come prima, la nuova strada viene tagliata a bassa quota, e i pendii sono ricoperti di vigneti ovunque, dove le rocce non sono troppo ripide e spoglie. C’era molta vita in questa regione a causa della vendemmia, con la quale vedevo grandi e piccini impegnati a cantare e scherzare; Mi hanno offerto l’uva più bella, e non ho mai mangiato più di questo frutto, che mi è così caro, e con più appetito di quello che ho.”

Post Author: Gianni Saffioti