Sorella povertà abitava in quei cassetti e in quelle povere stanze

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Sorella povertà abitava in quei cassetti e in quelle povere stanze

RACCONTO DI UN VECCHIO PARROCO

a cura di Pasquale Di Biasi

Mons. Cassone Domenico, così si chiamava il mio indimenticabile parroco.

Sono praticamente cresciuto sotto la sua guida e direzione spirituale, la sua bontà, la sua affabilità, la sua cordialità, la sua saggezza mi sono rimaste nel cuore e credo che sarà stato così per tutti quelli che lo hanno conosciuto.

Ma andiamo al racconto.

” Era una notte d’inverno, mi raccontò mons. Cassone, una di quelle notti in cui si va a letto presto vuoi perché fa tanto freddo, vuoi perché fa buio molto presto. Dormivo già da un pezzo, era notte inoltrata quando dall’ufficio accanto alla mia stanza da letto sentivo provenire dei rumori come quando si aprono e si chiudono dei cassetti. C’era sicuramente qualcuno che stava rovistando tra i cassetti della mia scrivania in cerca di soldi.

Poveretto lui, stava proprio cercando nel posto sbagliato e presso la persona sbagliata perché qui di soldi non ce ne erano proprio, “sorella povertà” abitava in quei cassetti e in quelle povere stanze.

Cosa fare in questi casi? Alzarsi e affrontare il ladro, col rischio di essere maltrattato, oppure lasciarlo fare sperando che trovi qualcosa che possa aiutarlo per i suoi bisogni?

L’ho lasciato fare, mi raccontò monsignore, sia per evitare che il furto degenerasse, sia perché il povero ladro, accontentandosi di alcuni spiccioli che avrebbe trovato nei cassetti, si sarebbe dileguato quatto quatto.

E così è stato, il povero ladro, approfittando del buio e della solitudine della casa parrocchiale, scomparve, senza che io lo vedessi in faccia, col suo magrissimo bottino. Forse avrebbe “guadagnato” di più se mi avesse chiesto aiuto, ma purtroppo “l’orgoglio” umano a volte è più forte dell’umiltà e della saggezza e ci spinge a fare cose di cui dovremo poi vergognarci.

In tanti anni di servizio nella mia parrocchia, concluse monsignor Cassone, non ho mai scoperto chi poteva essere il ladruncolo, ma sono stato sempre convinto che non doveva venire da molto lontano.”

Sono passati tanti anni ed io, ricordando quanto monsignor Cassone mi raccontò l’episodio.  Sono convinto che il mio caro monsignore non aveva in fondo paura per la sua incolumità quanto per la sciagurata reazione che avrebbe potuto avere il ladruncolo scoperto, aggravando così il suo peccato. Oh, mio buon monsignore!

Pasquale Di Biasi

Post Author: Gianni Saffioti