Non solo preti e chiese alle origini di Bagnara

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NON SOLO PRETI E CHIESE ALLE ORIGINI DI BAGNARA

Di Alessandro Carati

 

Pochi, nella cerchia dei miei amici più cari, sono al corrente dei miei studi attorno alle origini storiche di Bagnara Calabra. Così , un giorno, per caso, un amico di infanzia mi informò che stava leggendo una storia di Bagnara (della quale per ovvi .motivi taccio autore e titolo), e mi disse: «E una barba! Parla solo di preti e di chiesa. Sai a me quanto m’interessa. Pensavo ad una vera storia, invece…».

Senza saperlo, nella sua spontaneità, aveva messo il dito sulla piaga: quanti sono coloro che cercando di dare a Bagnara una storia delle sue origini e del suo periodo aureo (sec. XII e XIII) hanno finito col parlare solo di preti e di chiesa?! Ovvero non sapendo trattare altrimenti le sue origini storiche, indissolubilmente legate e fuse con la fondazione della Chiesa di S. Maria e dei XII apostoli nella dorsale della attuale Rupe di Martorano, hanno finito col declassare e rendere financo odiosa la storia delle origini della loro città?!

Invece la storia di Bagnara è una storia bellissima, della quale i cittadini devono prenderne coscienza e andarne fieri.

E’ anche vero che il feudo di Bagnara è dato in dote a religiosi che il nostro diploma di fondazione appella come < chierici normanni», < f rati», e in particolare a capo di cui viene designato frater Ermeo ovvero colui che «inter alios fratres suor prior videbatur» (che tra gli altri suoi confratelli appariva come il priore).

Ma questi religiosi furono uomini che all’amore per il divino seppero unire, in tempi che vedevano queste nostre contrade già straziate e impoverite dalle incursioni saracene, e infine dalla feroce guerra di conquista normanna, una intraprendenza e una cultura cattolica rimarchevole, unanime in queste contrade completamente ellenizzate e volte al culto della religione quale era praticato dalla chiesa greca.

Dal gran conte Ruggero viene il grano delle donazioni che formano il corpo feudale di Bagnara, che nasce e viene sempre più tutelata dai normanni come si conveniva ad una città fondata da conquistatori, dei quali deve tenere alto il nome e il prestigio.

E questi primi religiosi normanni, così lautamente beneficiati, sapranno con il loro intuito, la loro avvedutezza e le loro indubbie capacità organizzative, guadagnare a quel nascente caposaldo religioso e civile che Bagnara costituì, un primato indiscusso non solo in Calabria, bensì anche e specie in quel di Sicilia dove presto ricevono (e si tratta di terre che giusto allora finivano di essere strappate con le armi agli arabi) numerose e ingenti donazioni, sia lungo la costa orientale dell’isola che lungo quella occidentale fino a Palermo.

Così dunque Bagnara si afferma come un insigne monumento all’intraprendenza e al coraggio civile dei normanni, e con la flottiglia che fin dai primordi della sua fondazione riceve in dote, segna subito una supremazia marittima che spazia lungo l’intera costa tirrenica della provincia di Reggio, una supremazia che rasenta il monopolio; e questo alle porte di quelli che diverrano nel volgere di pochi anni i più grossi centri commerciali e urbani dello Stretto: Reggio, gia la più importante città della Calabria bizantina e sede metropolitana, e in special modo Messina dove Bagnara non mancherà di acquistare botteghe e di stabilirvi empori per i suoi traffici.

E’ dunque questa una storia di preti e di chiese? Non esattamente: e una storia di intraprendenza in zone abitate da gente di usi e costumi quanto mai diversi. In Calabria per la maggior parte bizantini, in Sicilia in gran parte arabi e quanto restava di bizantino.

E Bagnara normanna saprà muoversi con disinvoltura in questo quadro cosmopolita e multiforme, e creare la sua fortuna: la parte più bella e irrepetibile della sua storia, quella che fa di questi religiosi (e di quanti laici a loro industriosamente si affiancano) una vera e propria aristocrazia, e della chiesa di Bagnara un faro di civiltà cattolica, irradiato verso la Calabria bizantina e verso la Sicilia araba. Prendiamo dunque la nostra .storia in quello che di religioso e laico offre, e non roviniamola parlando esclusivamente di chiese e di preti!

Post Author: Gianni Saffioti