Foto del ponte autostradale sullo Sfalassà, estate 2023

<>
<>

Foto del ponte autostradale sullo Sfalassà, estate 2023

<>
<>

La nuova autostrada Salerno-Reggio Calabria passa per il viadotto Sfalassà

Agli ingegneri e ai tecnici che si sono trovati ad affrontare la sfida di integrare il viadotto Sfalassà con la nuova autostrada è subito parso chiaro che sarebbe stata la nuova autostrada ad adeguarsi al ponte di Bagnara e non viceversa.

«Il nostro compito – racconta oggi Umberto Cardu, il direttore tecnico operativo del V macrolotto della Salerno-Reggio Calabria competente anche per i lavori sul ponte – era quello di preservare lo Sfalassà modernizzandolo. Un compito complesso proprio per le caratteristiche uniche di quest’opera».

Fu così che i lavori sul nuovo viadotto Sfalassà furono divisi in tre fasi, che per alcuni periodi viaggiarono parallele: la prima fase era quella della demolizione dei vecchi viadotti di approccio in cemento armato che collegavano il ponte con l’autostrada. La seconda prevedeva la costruzione delle nuove pile per sorreggere i nuovi viadotti di approccio al Grande Luce; e la terza ed ultima il varo dei nuovi viadotti che, per via delle caratteristiche del suolo, è stato fatto spingendo in orizzontale i nuovi impalcati metallici dall’interno delle nuove gallerie verso il Grande Luce, ed addirittura dal Grande luce stesso, verso la galleria San Giovanni.

«In sostanza – spiega Cardu – tutto il corpo centrale dello Sfalassà (le due pile centrali alte 125 metri, i puntoni obliqui e la campata di 376 metri) è rimasto intatto, noi abbiamo ricostruito le estremità del ponte adeguandole al nuovo tracciato autostradale. Tutto questo mantenendo il traffico in esercizio sulla carreggiata non interessata dai lavori».

Ai lavori di costruzione dei nuovi viadotti di approccio si sono però aggiunti anche gli interventi di manutenzione e ammodernamento del Grande Luce. «Il viadotto aveva sopportato oltre 40 anni di traffico ed era necessario controllarne lo stato e potenziarne la parte metallica. Sotto la direzione lavori dell’Istituto Italiano della Saldatura, siamo quindi intervenuti sull’impalcato metallico, ripristinando quasi tutte le saldature strutturali ammalorate e predisponendo nel contempo la campata metallica per il suo futuro allargamento».

Gli interventi sulla campata sono stati accompagnati da quelli sulle pile 3 e 4, i due giganti in cemento armato, un intervento di restauro enorme perché tutti i calcestruzzi erano stati rovinati dall’esposizione agli agenti atmosferici e andavano messi in sicurezza. «Sulle pile – racconta Cardu – abbiamo realizzato un nuovo cappotto di cemento armato alto 30 metri che garantisse la stabilità di questi giganti», oltre al rifacimento del copriferro su tutta la parte rimanente di ambedue le pile.

Brano tratto da: https://www.webuildvalue.com/it/opere-e-progetti/nuovo-viadotto-sfalassa.html

Post Author: Gianni Saffioti