La famiglia Romano

La famiglia ROMANO, nelle varie epoche, ha sempre avuto personaggi di rilievo nell’ambito della cittadina,

alcuni anche alla guida del paese.

Cenni biografici di alcuni esponenti della famiglia

<>

Vincenzo Romano

1774 – 1842

VINCENZO ROMANO di Carmine nacque a Bagnara Calabra nel 1774 ed ivi morì nel 1842. Nel 1798 sposò GIOVANNA VERSACE ed ebbe tre figlie: Clementina che nel 1830 sposò il cugino Carmine Romano; Carmela che nel 1843 sposò Giacomo Denaro; Marianna che nel 1843 sposò il cugino Pasquale Versace.

Fu uno dei primi iscritti alla Carboneria, fu sindaco di Bagnara dal 1810 al 1815. Nel 1810 nella qualità di Sindaco, capeggio una schiera di giovani concittadini per lottare il brigantaggio.

Nel 1820 fu nominato Comandante della Guardia Nazionale. Era ricco proprietario terriero e commerciava direttamente il legno di castagno, che traeva dai boschi di sua proprietà e lo esportava in Marsiglia.

<>

Carmine Romano 1804

CARMINE ROMANO di Domenico e di Anna Maria Savoja nacque a Messina nel 1804, dove la famiglia si era rifugiata per sfuggire al brigantaggio e alla persecuzione borbonica capitanata dal Cardinale Ruffo.

Rientrò in Bagnara nel 1815 e si iscrisse, giovanissimo, alla Carboneria prima e alla Giovane italia poi. Nel 1830 sposò la cugina Clementina, figlia dello zio Vincenzo. Prese parte ai moti del 1847-48 ed in conseguenza fu giudicato in contumacia dalla Gran Corte Criminale Speciale della Provincia di Calabria Ulteriore e con sentenza del 20 aprile 1856 condannato “alla pena dei ferri per anni 25 alla malleveria di ducati 100 per anni tre” (nell’archivio della famiglia esiste copia autentica).

Nel 1848 fu nominato Comandante della Guardia nazionale e nel 1849 fu arrestato e ristretto nel carcere di Palmi da dove evase ed espatriò in Marsiglia dove rimase fino al 1854 da dove si sposto in Torino (nell’archivio esiste copia autentica di soggiorno rilasciato dall’autorità di P.S. di quella città nella qualità di emigrato politico in data 27.9. 1854). Ivi, unitamente ad altri emigrati politici, continuò l’attività politica fino al 1856.

Nel 1857 rientrò in Marsiglia dove venne arrestato in seguito all’attentato di FELICE ORSINI. Il 25.6.1860 FRANCESCO II pubblicava la Costituzione è concedeva l’indulto, pertanto, poteva rientrare in Bagnara e tornare a ricoprire la carica di Comandante della Guardia Nazionale. Per la prima vo1ta veniva nominato Sindaco. Garibaldi dichiarava la dittatura a Salemi e costituiva il Governo provvisorio a Palermo. In Reggio venivano organizzati i comitati rivoluzionari ai quali il Romano aderiva ed organizzava un campo in Aspromonte installando il quartier generale nella sua casa di campagna in contrada Olivarelli. La notte dell’8.8.1860 una squadra di Garibaldini sbarcava, alla ventura, a ‘’Porticello” e riusciva a raggiungere il campo in Aspromonte. La mattina del 13.8.1860, dopo aver preso accordi con il Romano, il quale mandava in Aspromonte (località Forestali), il suo fattore, tale BRUNO GRAMUGLIA, detto “SCATOLEO” per guidarli, una piccola schiera di rivoltosi e Garibaldini scendeva in Bagnara ed attaccava le truppe borboniche. Ma queste ultime, in numero dieci volte superiore, inseguivano la detta schiera per le vie Mastroidici e Caccipullo, fino a Solano.

Il Gramuglia veniva arrestato, mentre il Romano riusciva a scappare a Faro presso il campo di quei rivoltosi. Il 18.8. 1860 Garibaldi sbarcava sulla spiaggia di ”ROBOLO” (Melito Porto Salvo). La notte del 20.8. 1860 una brigata di Garibaldini, con una delle casse della spedizione, comandata dal Capitano De Flot, sbarcava a Favazzina e raggiungeva Solano, attraverso il greto del fiume. Mentre si trovava al bivacco in Solano veniva assalita da locali, annientata e derubata della cassa (una lapide ricorda il triste episodio). La sera del 24.8. 1860 Garibaldi entrava in Bagnara e la popolazione festante lo accompagnava a casa del Romano, dove veniva accolto dallo stesso, dalla moglie e dal nipote Natale Denaro, pro sindaco, figlio del martire Giacomo Denaro. Garibaldi pernottava in detta casa, come è ricordato dalle lapidi poste all’ esterno e all’ interno della detta. Il Romano, convinto repubblicano, non si convertì all’idea monarchica tanto da non insignirsi mai del titolo di commendatore conferitogli da Crispi (in archivio esiste il documento) e da non usufruire della pensione di perseguitato politico.

<>

VINCENZO ROMANO di Carmine e di Clementina Romano naque a Bagnara il 2.4. 1832. Studiò a Napoli presso gli Scolopi, senza arrivare alla laurea in lettere,perchè dovette rientrare in Bagnara a causa dell’esilio del padre .Comunque fece in tempo ad acquistare una vasta cultura (è sua la biblioteca esistente in casa Romano). Fu Sindaco dal 1867 al 1869,anno in cui fu colto da malore, mentre presiedeva un Consiglio Comunale, “attacco apoplettico” che lo privò dell’ uso degli arti inferiori. A causa di un debito, contratto dalla madre, nel periodo di esilio del marito, con il Commendatore Antonio De Leo e da questi ceduto ad un noto strozzino di Scilla (tal Florio), dovette vendere quasi l’intero patrimonio familiare (nell’archivio esistono i documenti relativi alla causa tra il Romano ed il Florio).

————————–

ROMANO NICOLA di Carmelo e di Elisabetta Li Donnici, natò a Bagnara il 15 .4.1891, sposato con Careri Maria Giuseppa, deceduto in Bagnara il 16.3.1977. Ricoprì la carica di Commissario prima e di Podestà dopo dal 1934 al 1937. Con sua datata 23.1. 1937 e indirizzata al Prefetto di Reggio Cal. (in archivio esiste copia) come richiesto, dava la giustificazione del perchè aveva, nella qualità di Podestà, pronunciato una orazione funebre ai funerali dell’antifascista on. Giuseppe Albanese. Cioè che lo aveva fatto interpretando la volontà popolare. Il prefetto, con sua datata 4.2.1937 (esiste l’originale) chiedeva al Romano di mettere a sua disposizione la carica. II Romano lo faceva con sua di in data 8.2.1937 (esiste copia). In data 10. 2.1937 il Romano, nel dare le consegne al Commissario, leggeva una relazione (esiste copia) minuziosa dei suoi tre anni di governo. Tra le opere più significative che si leggono in quella relazione: la bonifica dei quartieri Canneto e Milano; il prolungamento del Corso Vittorio Emanuele II; (a sud e a nord); sistemazione belvedere; sistemazione Piazza Fondacaro; allargamento e sistemazione della strettoia che divideva il centro dalla Marine1la; costruzione passerella in C.A. sul torrente Malopasso; costruzione di uno stabilimento balneare con pista da ballo e bar, unico in provincia, realizzato su sua pressione dall’imprenditore Giuseppe De Forte ed ai fratelli (Ricciotti e Arturo) gestori di Bar; con la collaborazione dei cittadini, che offrivano la manodopera gratis, la fontana di Ceramida e Pantani e la Piazza di Pellegrina; costruzione di case popolari in Pellegrina. In fine si legge che aveva ottenuto gratis dall’architetto Francesco Albanese (figlio dell’on. G. Albanese), il progetto per la costruzione della casa del Littorio, situandola sulla piazza Municipio. Esistono documenti nell’archivio di famiglia, dai quali risulta che il Commissario che ha sostituito il Romano ha dovuto ritirare l’incarico (anche se gratuito ) all’architetto Albanese e conferirlo al Cav. Ing. Ettore Squillace di Reggio Cal., il quale modificò il progetto Albanese e, pertanto, fu realizzata quella pessima costruzione, recentemente demolita.

Post Author: Gianni Saffioti