Intervista alla signora Domenica Careri ” a Micheja”

Intervista alla signora Domenica Careri ” a Micheja”, agosto 2008. Video di Gianni Saffioti

Nata nel 1932 già nel 1940 cominciò a viaggiare assieme alla mamma verso Messina dove imparò ed esercitò per molti anni uno dei mestieri più affascinanti della bagnarota: il contrabbando.

Infatti le “Bagnarote” portavano il sale dalla Sicilia nascondendolo in alcuni posti strategici della nave traghetto, dove difficilmente le ispezioni dei carabinieri e della Guardia di finanza riuscivano a trovarlo: uno dei posti più tranquilli erano i servizi pubblici. Invece, nel treno, per sicurezza, occupavano gli scompartimenti di seconda classe ad otto posti e, dopo aver alzato i cuscini smontavamo le lamiere e vi posavano la  merce di contrabbando, come il  sale  o la pasta. Quello era il posto più sicuro. La quantità media di merce che contrabbandavamo era di circa quattro, cinque quintali per viaggio.

Quando sulla nave traghetto la guardia di finanza riusciva a trovare la merce nascosta dalle bagnatore, poteva capitare di tutto:  alcune volte i finanzieri facevano finta di niente, altre volte facevano delle multe pesanti e sequestravano la merce, altre ancora si cercava di mediare in base a chi si presentava davanti e che tipo di atteggiamento assumeva, regalando loro qualcosa. Le bagnarote  conoscevano tutti coloro che effettuavano i controlli (dal finanziere al carabiniere o al capo treno di turno) ma riuscivano anche ad adeguare il proprio comportamento rendendolo di volta in volta rispondente ai diversi caratteri dei controllori che incontravano. Molto probabilmente fu anche questa loro capacità di capire la “psicologia” altrui che li aiutò spesso a persuadere anche i più severi tra gli agenti. A Messina fuori dal porto spesso venivano inseguite da alcuni agenti speciali che chiamavano “notaria” ed allora,  si rifugiavano su degli scogli dietro un cavalcavia del porto fino a quando gli agenti non desistevano. Quando però si faceva tardi pur di tornare a casa per una certa ora lasciavano scivolare la pasta in mare passando poi pulite davanti agli agenti stessi. Combattevano sempre (cu l’asta e ca Cruci) e vincevano spesso.

Quello del contrabbando era un vero mestiere con il quale centinaia di bagnarote per decenni hanno contribuito all’economia familiare e in alcuni casi sfamavano i figli. Il viaggio di andata verso Messina le vedeva cariche di grano, granturco, fagioli, noccioline americane che precedentemente avevano preso a Rosarno e portato in treno fino a Bagnara, il quantitativo di queste merci non era inferiore agli otto quintali ed arrivava spesso fino a dieci.

Post Author: Gianni Saffioti