Luigi Di Gianni e le donne di Bagnara video del 1959

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Luigi Di Gianni e le donne di Bagnara video del 1959

Commento del prof. Michele De luca

Qualcuno ha pubblicato su You Tube, eliminando i titoli di testa come se cosi si potesse concellare storia, fatica e lavoro svolto, un filmato sulle donne di Bagnara del 1959 del regista napoletano Luigi Di Gianni. Considerato che la cosa è poco simpatica e irrispettosa verso l’autore e tutti coloro che all’epoca hanno lavorato a quel piccolo documentario, vi riproponiamo il filmato che c’è in rete con l’aggiunta di un minimo di notizie degne di nota per valorizzare il lavoro svolto e dare il rispetto dovuto al regista. Le note sul filmato sono tratte dal libro del prof. Michele De Luca del 2019 dal titolo Le Bagnarote edito da Laruffa.

Il filmato messo in rete ha la durata di 6,53 minuti mentre l’originale dura 10, 27 minuti.

Commento al filmato

” Con grande disappunto dobbiamo constatare che la cinematografia non abbia valorizzato sufficientemente la figura delle bagnarote. I pochi filmati girati sono relativi ad un arco di tempo molto ristretto, gli anni Cinquanta e Sessanta, e hanno avuto, per lo più, una circolazione di nicchia. Tranne il documentario di De Seta, di cui si parlerà oltre, gli altri non hanno usufruito del restauro dell’intero filmato, abbandonati, inesorabilmente, al logorio del tempo!  Per iniziare, un primo documentario sulle bagnarote, dedicato, per intero ad una di esse, una giovane ragazza, è stato realizzato dal noto regista partenopeo LUIGI DI GIANNI. E il film, girato a colori, con pellicola da 35 millimetri (un formato professionale), ha come titolo Donne di Bagnara ed è del 1959.  Il cortometraggio dura solo pochi minuti, ma più che sufficienti per comprendere quella realtà, perché il regista sembra essere in simbiosi con l’ambiente circostante (la marina con numerose barche e la costruzione di un muro di rinforzo in una galleria ferroviaria a Marinella) e con la protagonista del film, la giovane bagnarota, ripresa nell’arco di una delle sue giornate, mentre trasporta grossi massi rocciosi sull’irto pendio aspromontano. Da tempo immemorabile – dice lo speaker  – la vita degli uomini è sul mare, dove li spinge, ogni giorno, l’eterna ricerca del cibo. Da tempo immemorabile la vita delle donne si svolge sotto il segno di un’antica rassegnata consuetudine alla loro assenza. E l’assenza dell’uomo lascia, ogni giorno, dietro di se, un vuoto che è colmo di fatica . Poche parole per narrare una realtà di dignitosa miseria, descritta con le immagini di una casa disadorna, priva di mobili e dei più comuni utensìli da cucina, con ceste e attrezzi da pesca accatastati in ogni parete.

Giorgio Patara (produzione), Giuseppe De Mitri (fotografia), Giosuè Bilardi (operatore), Giancarlo Delfino (organizzazione), Renato May (montaggio), Daniele Paris (musica), Ottavio Iemma (commento), Luigi Di Gianni (soggetto e regia). – Durata: 10’ 27’’.

Il lavoro del Di Gianni – scrive DOMENICO FERRARO – per forma e coerenza concettuale si svela come uno dei casi più felici e compiuti di connubio tra euristica sociologica e qualità cinematografica 14.  Il film si chiude con la donna che, con riservatezza, si adagia dolcemente nel letto nuziale, spossata dalla fatica, per i ripetuti e faticosi trasporti di pesanti massi e perché è gravida. Pietra e pancia – scrive FRANCO VALLONE – sembrano non essere di peso, un percorso di una fatica che viene trasmessa in sala, durante la proiezione e diventa, a sera quando la donna rientra a casa e si distende vestita sul letto, momento liberatorio per lei e per lo stesso pubblico che guarda il film » . “

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Post Author: Gianni Saffioti