Ritrovamento di una medaglietta commemorativa della Madonna di Polsi in un terreno coltivato nelle vicinanze della chiesa del Carmine

in un terreno coltivato nelle vicinanze della chiesa del Carmine

  1. a) si tratta di una medaglia ricordo in occasione di una ricorrenza religiosa molto forte, accaduta nel 1843, anno tra l’altro nel quale ci fu a Reggio una grandiosa festa della Madonna della Consolazione. In questo caso, la medaglia sul verso ha la raffigurazione della Madonna della Montagna mentre sul recto vi è la rappresentazione della novella che racconta l’origine miracolosa della Chiesa della Madonna della Montagna, col “Jencu” (il bue) che s’inginocchia nervoso sul punto ove scavando, il pastore rinviene una Croce gridando al miracolo e colà si costruisce la Chiesa per ordine di Ruggero II°. In questo caso la dicitura Aspromonte – Roma 1843 richiama la ricorrenza religiosa non nota, e ne celebra il ricordo con una medaglia.
  2. b) si tratta (e questa ipotesi io reputo più pertinente) di una medaglia che certifica l’appartenenza a una vendita carbonara d’ispirazione mazziniana, di quelle che sulle falde di Aspromonte e la riviera del Jonio meridionale, prosperarono e divennero importanti nuclei rivoluzionari proprio dal 1843 al 1848. Non è casuale che proprio a Gerace i moti carbonari d’ispirazione mazziniana (Italia – Repubblica – Roma Capitale!) ebbero il loro apice, con la morte dei famosi cinque “Martiti di Gerace” nel 1847. In questo caso dunque, la medaglia è simbolo di appartenenza carbonaro-massonica, carica di simbolismo: la sublimazione di Aspromonte, sacralizzato col miracolo del bue, la Madonna che è Madre “giusta” e guida alla liberazione dei popoli secondo il motto Aspromonte-Roma. Il 1843 è l’anno di affiliazione di chi possedeva la medaglia. In sintesi: appartenente a una setta che predica la “guerra giusta”.

Si ingrazia Riccardo Iaria e Tommy Fazzari

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Post Author: Gianni Saffioti