La riviera della zagara, una cartolina anni 50

La riviera della zagara

Tra le tanti denominazioni con le quali veniva chiamata Bagnara fino a prima della sua espansione modernistica, basata sulla cultura del cemento abusivo, c’era anche quella di riviera della zagara.

Non era, quello di zagara, un rimando tanto per come spesso capita oggi per decantare il nulla ricoperto di niente. Negli anni 50 il profumo dei fiori degli agrumi in primavera inebriava veramente la cittadina dalle colline e fino alla sua bellissima riviera. Gli alberi di arancio e di limone la facevano da protagonisti regalando al territorio un profumo gradevolissimo celebre in tutta la provincia. La sera lo spettacolo era unico quando al tramonto si vedevano le barche partire per una nottata di pesca con la palamatara e i profumi del mare di mischiavano a quelli dei fiori degli agrumi.

In breve abbiamo voluto ricordare una delle tante cose oramai perdute che l’uomo moderno non ha saputo ne curare e ne preservare. Un pezzo di cultura popolare cittadina che è sparito per le colpe endemiche degli uomini che non sanno quello che fanno quando rincorrono denaro e potere. La legge della compensazione è sempre la stessa, c’è chi si arricchisce da una parte e c’è chi costretto a sopravvivere emigra dall’altra. Il risultato è l’abbandono del territorio e la vittoria della povertà sociale. Rimpiangere serve a poco, mistificare è doppiamente nocivo perché le bugie hanno sempre le gambe corte.

Da Wikipedia

“La parola deriva dai termini arabi zahara (“splendere, sfavillare di bianco”)[1] e zahr (“fiore”).

Per zagara si intende in particolare il fiore dell’arancio e del limone (la cui fioritura avviene tra aprile e maggio) oltreché del bergamotto (che invece fiorisce tra la fine di marzo e aprile: i frutti vengono raccolti da ottobre a dicembre).

La zagara viene utilizzata per la preparazione dei profumi o dell'”acqua di Colonia di zagara”, nella preparazione di alcuni prodotti dolciari (ad es. il miele di zagara di agrumi) e in alcune birre. L’essenza di zagara o neroli è ottenuta dai fiori dell’arancio amaro[2].

La zagara viene spesso utilizzata per tradizione per la composizione del bouquet di nozze[3]: è pertanto molto frequente l’utilizzo dell’espressione fiori d’arancio in riferimento al matrimonio[4].

Questi fiori sono molto bottinati dalle api, consentendo di produrre il miele monoflorale o di agrumi a seconda della percentuale presente delle varie specie.”

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Post Author: Gianni Saffioti