Video ricordo di Rocco Versace. Un epoca passata, vissuta, sudata.

Video ricordo di Rocco Versace – Un epoca passata, vissuta, sudata

Due video, due grandi testimonianze di amore e affetto verso il prossimo e verso il proprio mestiere

Ultimi  minuti di una lunghissima intervista del 2013 tra ricordi, ironia, speranze , racconti di vita vissuta e la concretezza di voler tramandare la sua esperienza.

L’innesto di una vite secondo tradizione secolare cosi come tramandato da Rocco Versace. Filmato di Vincenzo Fucà

La tradizione popolare calabrese è ancor oggi prevalentemente contadina. Solo da qualche secolo, eccezione fatta per pochissime zone, le coste si sono ripopolate. Nei secoli scorsi erano deserte come quelle del Labrador o della Nuova Zelanda, come scrive il Placanica citando il Torcia nel suo articolo sui caratteri della popolazione calabrese. E’ normale quindi che in un paese di mare, in una marina come la nostra, il mondo contadino faticoso e taciturno, abbia tanto da dire e da trasmettere alle nuove generazioni.

Tramandare l’arte e la sapienza contadina, che non è solo saper coltivare la terra ma capire il mondo agricolo nelle sue più svariate forme, acquisire esperienza sull’andamento delle meteorologia, scegliere i tempi giusti e avere maestria nell’usare i principali attrezzi di lavoro, il coltellino per gli innesti per primo, non è facile se nessuno ha più voglia e pazienza e soprattutto se costretto a vivere una vita di sacrifici e rinunce.

Nonostante le insidie che i tempi moderni e veloci, nemici dei buoni raccolti, hanno creato nel tramandare i preziosi tesori dell’arte contadina, il sig. Rocco Versace è riuscito a farlo grazie al suo “discepolo”, volenteroso e caparbio a far fruttare al meglio le sue terre in località Pomarelli di Bagnara. A Vincenzo Fucà egli ha tramandato il mestiere insegnandogli passo passo il sano e paziente mestiere di far rendere la terra. Grazie a Vincenzo abbiamo la possibilità di un documento filmato molto bello che ci mostra la tecnica antica dell’innesto tramite il suo prezioso coltello creato apposta per l’arte di “’nsitari” (innestare).

Per mantenere fede alle tradizioni della cultura popolare del mondo contadino, il sig. Rocco Versace  ha donato a ciascuno dei suoi figli uno di questi coltellini e per non smentirsi al primo genito ha dato quello più antico che prima di lui era appartenuto a suo padre e prima ancora ai suoi avi. Anche in questo gesto è voluto rimanere fedele al concetto di famiglia, unione e tradizione. Nonostante il bene profondo che nutriva per il suo bravo allievo certi principi, saldi e fermi nelle convinzioni del nostro vecchio e colto contadino, sono stati rispettati fino in fondo. Come tutto fosse più di una religione, un concetto inespugnabile del tempo antichissimo del mondo di cui era parte integrante è stato tramandato ancora una volta.

Durante la tumulazione del feretro di Rocco Versace, il suo allievo, con un gesto di inestimabile rispetto e valore, ha voluto posare dentro al loculo uno di quei coltellini da innesto che il Versace stesso gli aveva fatto acquistare dopo averlo scelto con cura in un negozio specializzato a Gioia Tauro.

Le uve delle vigne, soprattutto quelle della costiera che lo hanno visto vivere e lavorare da protagonista, sono di quelle qualità che l’ispettore dell’agricoltura, Marchese Grimaldi, dopo la metà del 1800, indicava che se migliorate potevano far concorrenza a quelle di Champagne e di Borgogna e persino alla celeberrima Lacryma Christi prodotta alle falde del Vesuvio. Rocco Versace sapeva tutto questo, ma la terra è bassa, la fatica è tanta e il guadagno è misero in proporzione ad una vita sacrificata a questo tipo di lavoro in questo lembo di Calabria bello ma molto amaro.

Post Author: Gianni Saffioti