Ricordi della congrega dei Santi Pietro e Paolo

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Ricordi della congrega dei Santi Pietro e Paolo

Racconto di Paolo Morabito, intervistato da Francesco Iermito

 

Io sono dell’anno 1918 e la mia famiglia era di San Giorgio Morgeto.

Io sono nato a Bagnara proprio nel rione Valletta. Sin da quando ero piccolo ho praticato dentro la chiesa di San Pietro, e mi ricordo che è stata sempre una chiesa dove regnava invidia e litigi tra i collaboratori.

Mi ricordo nella festa di San Pietro che tutti gli accessori che servivano alla processione e alle funzioni venivano prese in prestito dal carmine, perché tutti quelli della congrega di San Pietro erano carmelitani. Tutti coloro che erano pescatori offrivano molto denaro per san Pietro.

Mi ricordo perfettamente che le statue di cartapesta come sono ora risalivano molto prima della madonna del Carmine. Questo particolare l’ho notato leggendo gli innumerevoli archivi che c’erano in Chiesa. Le altre due statue in gesso li tenevano a casa persone devote ai due santi ed esponenti di spicco della Congrega.

Mi ricordo il giorno che hanno portato la statua di San Giorgio in chiesa, era il 1940, periodo di grande migrazione e fame per il rione Valletta. Tutti mormoravano e dicevano che i coffari, portavano il loro santo nella chiesa. Quella era una statua bellissima e mi ricordo la prima festa di San Giorgio, che è stata una festa spettacolare. Sin dal mattino il rione era pieno di gente che veniva a vedere il nuovo santo. Coloui che si è interessato a portare la statua e a fare l’altare con i soldi dei coffari si faceva chiamare Priore di San Giorgio. Costui era Rocco Carbone. Mi ricordo i Caruso, i veri priori di San Pietro che erano tutti lì, davanti alla chiesa. I giochi erano innumerevoli. Il divertimento che c’era non l’ho mai visto da nessuna parte. Mi ricordo perfettamente quella festa perché mio padre insieme ai Carbone era tra gli organizzatori. Comunque da quell’anno, San Giorgio si festeggiò sempre. Quello era anche l’anno che la chiesa finì di essere restaurata è venne il vescovo a fare una grande cerimonia. La cosa che ricordo benissimo invece è una mattina che in chiesa c’è stato un putiferio. Ormai il predominio della chiesa era dei coffari, e l’abate non contava nulla a San Pietro perché ricordo che veniva ricattato per non so cosa!!! Comunque una mattina, in chiesa successero grida, botte e bestemmie. Da quel litigio si ruppe la congrega a San Pietro.

Ricordo però che i Dominici, raccolsero dopo la guerra i soldi dai coffari e comprarono il bambinello per la chiesa. Si decise che lo teneva in Casa la famiglia perché quell’oro poteva indurre ad una rapina in chiesa nella quale era facile entrarci. Intorno al 1957/58 un incendio in chiesa bruciò tutto. San Pietro e San Giorgio si salvarono ma tutti i corredi, tutto l’archivio e tutti gli arredamenti andarono in fumo.

Un anno, c’è stata la festa di San Pietro e Paolo, e ricordo che una persona del Carmine, mi sembra si chiamasse Caratozzolo, ha chiuso la chiesa del Carmine perché non voleva che si corressero le statue dei Santi. Arrivato lo stendardo in piazza, e vedendo la chiesa chiusa se n’è tornato indietro. Arrivati i Santi all’inizio della piazza, anche loro si stavano dirigendo a tornare indietro seguendo la processione. Nel frattempo passa di lì il vescovo di Mileto che doveva andare a trovare un sacerdote di sua conoscenza a Scilla. Vedendo le effigi dei santi si ferma a pregare e domanda il perché la chiesa del Carmine fosse chiusa. I carmelitani che erano lì per gustarsi la scena, di colpo corrono in chiesa ad avvertire tutti. Appena un secondo dopo, tutto ad un tratto suonano le campane a festa, il portone si apre e la chiesa viene illuminata completamente. Entrati le effigi in chiesa, il vescovo fa la predica e dice: “non avete chiuso le porte ad un qualsiasi Santo, ma a San Pietro e Paolo”. Tutti gridarono al miracolo e dicevano che anche se l’uomo ha chiuso le porte a San Pietro, lui le ha aperte!!

Io poi sono emigrato e non posso più raccontare niente, questo è quello che mi ricordo.

 

Post Author: Gianni Saffioti