U muzzunaru, poesia di Saro Villari

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Voce di Mimmo Villari

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U MUZZUNARO

Poesia di Saro Villari (anni 50)

U MUZZUNARO era un antico mestiere, tratto dall’arte dell’arrangiarsi, che si usava fare del regno di Napoli

 

U MUZZUNARU

COMU CANDILA, TISU,

CU NA GIACCHETTA MPIZZU MBUTTUNATA,

MASTRU JACHINU E’ MISU

DI SENTINELLA PURU STA SIRATA.

TRA  DESTRA A TRA MANCINA

STRINGI COMU SE FUSSI “TRAFFINERA”

L’ASTA DI N’UMBRELLINA

CU TRI SIMIGI A FURMA DI RENTERA

HA L’OCCHI DI RAPINU

CHI NON SI DANNU NU MINUTU I PACI,

GUARDA LI MUSSA N’CHINU

DI CU PASSANDU FA A LU NASU LUCI.

E CUNTA LI VUCCATI

CHI MANCUNU MI JETTA LU MUZZUNI,

OH MANI LLEZIONATI

LA “CICCA” MANCU TOCCA LI MATTUNI.

Alcune notizie per apprezzare meglio la poesia

Questa narrata nella poesia è la storia vera di “mastro Jachinu” abilissimo “muzzunaru” bagnarese che riusciva a colpire al volo, senza fargli toccare terra, “u muzzuni” buttato via dal fumatore di turno. L’eleganza e lo stile della descrizione dialettale è molto apprezzabile, una poesia divisa in 4 quartine rimate con garbo e criterio evidenziando, senza forzature, gli aggettivi giusti al punto giusto rispettando il dialetto locale e le sue millenarie tradizioni come si nota in alcuni paragoni. Tempi antichi e di antico rispetto verso la società e verso il linguaggio dialettale che ne esce gioioso e arricchito perchè trattato con cura e dedizione. Altri tempi. Per apprezzarne la forma e la qualità della scrittura abbiamo pensato di proporre anche l’audio, registrato nel 1993 dal figlio Mimmo in occasione dei 100 anni della nascita del padre Sarò Villari, autore del brano poetico.

In tempi antichi, il tabacco era molto più costoso di oggi e i ceti più poveri non si sarebbero potuti permettere le sigarette di marca. Per questo motivo nasce la figura del muzzunaro. Girava per la città con un bastone munito di spillo, con il quale raccoglieva tutti i mozziconi che trovava. Dopo di che, li apriva e recuperava il tabacco non bruciato per rivenderlo per pochi centesimi allo Stato che, con esso, realizzava nuove sigarette destinate al mercato dei ceti più poveri. I locali pubblici, dove era consentito fumare, erano delle vere e proprie “miniere d’oro”, nelle quali si riuscivano a raccogliere moltissimi mozziconi.

Post Author: Gianni Saffioti