Istantanee di novembre 2020 a Bagnara Calabra, immagini di autori vari

Istantanee di novembre 2020 a Bagnara Calabra, immagini di autori vari

Mimma Laurendi, Rocco Fedele, Tommy Fazzari, Carmelo Cacciola

 

Foto stagionali che ci presentano arance pronte al raccolto, barche intente alla pesca dei “Mutuli”, giornate luminose e giornate grigie che si alternano e preparano l’arrivo dell’inverno.

Paesaggi con mare e colline, strade deserte dopo una certa ora, imposte dai dpcm, e la pulizia delle ramaglie delle “rasole” collinari con un bel falò.

Alcune brevi considerazioni su questo mese, non diverse dalle precedenti.

 Che da decenni si assista al massacro quasi scientifico del paese è un dato di fatto che ogni giorno viene confermato dai dati impietosi che testimoniano: l’aumento della povertà, la continua diminuzione demografica, la perdita di identità, la consapevolezza di un’agonia sociale lenta, dedita oramai esclusivamente al pettegolezzo e non all’informazione reale, che si avvia verso la morte.  La mancanza di servizi minimi e le esose e spesso ripetute bollette contestuali (doppioni dello scorso anno) fanno da paravento a ben più gravi cancrene sociali.

I soliti egoismi, a dispetto delle regole più elementari, hanno disgregato ancor di più quei piccoli brandelli di solidarietà anche tra privati cittadini dove ognuno pensa solo ai propri interessi, insensibile ai problemi del resto del mondo. Virus, scuole, economia, ognuno tira per se strappando la coperta già rattoppata mille volte.

Se poi vedete in giro per il paese i corrieri che spesso portano nelle case prodotti acquistati on line, qualcuno oramai si fa arrivare a casa anche la roba da mangiare, un perché dovete anche pur chiedervelo. Se si maltratta il cittadino che fa girare l’economia e questo si rivolge altrove, anche per i costi più bassi, capirete che oggi come oggi disgrazia più grande non ci possa essere. Anche questa è una legge di mercato, un’arma legale con cui difendersi.

Si costringe sempre più le persone, a chi può permetterselo, a scappare, ad andare a vivere, lavorare, studiare altrove. Si sta costruendo una società stile feudo con l’oppressione sistematica dei più deboli (bambini, anziani, pensionati, disoccupati, disabili e indigenti) nell’indifferenza e nella rassegnazione di chi crede ancora che Gesù sia morto dal freddo (per non scrivere sempre ‘mbuccapaluni) e aspetta l’arrivo di Godot per risolvere i propri problemi.

Non esiste l’indignazione per quanto avviene, e il riferimento non è solo alla fatiscente gestione della cosa pubblica, ma soprattutto alla paralisi dell’intelligenza popolare e intellettuale che, o infatuata dei tramonti o coinvolta nel turbinio, sopravvive inerme all’interno di un presepe triste e vanaglorioso senza reazione alcuna agli abusi quotidiani che arrivano da tutte le parti. La fascistitudine è destinata a imperversare ancora per molti decenni.

Post Author: Gianni Saffioti