Curiosità e spiegazione sulla camminata delle bagnarote

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Curiosità e spiegazione sulla camminata delle bagnarote

In queste immagini abbiamo messo in evidenza quattro situazioni differenti del lavoro di portatrice di pesi delle bagnarote. La scelta degli scatti è voluta per descrivere un argomento specifico che svolgeremo brevemente sotto, non prima però di evidenziare che in nessuno dei fotogrammi, il peso è una cesta con del pesce dentro. Ancor oggi purtroppo si continuano ad associare le bagnarote solo alle venditrici di pesce cittadine, cosa storicamente assolutamente errata. Considerato che oggi le poche signore che girano con le ceste in testa sono le mogli dei pescatori che vendono pesce, si capisce che è facile, per chi non conosce la storia delle bagnarote, confondere le cose. Spesso a complicare la faccenda ci si mette anche la supponenza di chi sa tutto. Viviamo in un periodo dove superficialità e ignoranza, anche a proposito della cultura popolare, vanno a braccetto e quindi ad ognuno la sua libera interpretazione.

Volendo però osservare con un briciolo di attenzione queste quattro foto, possiamo vedere, non scoprire, perché sono cose risapute ma che la superficialità accantona sempre, il modo di camminare, la posizione delle gambe e quella della saja che vengono evidenziate anche in due note canzoni di musica leggera.

Nella celebre tarantella “E ballati e ballati” c’è una frase che dice “E fattilla na ballata cu sta saja tundiata” e poi nel brano “Luppinu ruci” di Salvatore Idà, la frase “La saja sbatti sutta la nnacata” evidenzia ancora di più il concetto della camminata che ha reso famose le bagnarote.

E veniamo dunque alle nostre foto: nella prima, in alto a sinistra il carico prevede impegnate entrambe le mani, siamo in discesa, gamba sinistra avanti e saja che “nnaca” a destra. In basso a sinistra, siamo sul piano, carico gestito dalla mano destra, gamba sinistra avanti braccio sinistro dietro e saja che si sposta a destra. In alto a destra il baricentro è allineato e la damigiana non prevede il supporto delle mani, che in questo caso servono a sostenere la camminata nel percorso in salita dove la gamba destra è avanti e la “nnacata” della saja automaticamente è a destra. Nella foto sotto a destra si ha una situazione in discesa dove il peso prevede l’aiuto di una mano per stare in equilibrio, gamba destra avanti e la saja che dondola a sinistra.

Una danza, un ritmo, uno stile che non muta nonostante le diverse situazioni. Questo grazie al supporto sapiente delle braccia che in maniera naturale, spontaneo, aiutano e compensano le difficoltà del cammino mantenendo la cadenza del passo ritmata tanto celebre al viandante che la guardava ammirato. Nulla era fatto a caso, “nu servizzu” prima si faceva e prima se ne cominciava un altro. L’eleganza non era cercata come nei balli, ma era il modo più corretto per arrivare prima. Pianura, salita e discesa erano affrontati in modo da fare meno fatica possibile.

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Post Author: Gianni Saffioti