A Bagnara incontro con la bellezza, articolo di Bruno Poggio del 1949

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Sul castello di Bagnara, che sta per diventare un grande albergo, abbiamo incontrato la bellezza. A questa protagonista indi­gete conviene un regista d’eccezione: la natura, che le è d’intorno con la sua messa in scena.

La verde chiostra dei monti, che serrano alle spalle il promontorio, apparso agli Ulissidi e agli altri antichi navigatori come gigantesca prora, arenata su questo litorale da argonauti ricercatori della Pulcritudine.

A S. Elia, leone all’agguato dei mostri marini e pronto ad inghiottirli con le sue cento bocche, che sono le grotte della costa calante a strapiombo sul mare. La Sicilia, grande vaporizzatrice di fantasmagoriche coloriture per le albe, i tramonti e gli arcobaleni del cielo.

Le sagome dei monti eolii, che sembrano dorsi di giganti a guardare nella lente del mare i guizzi capricciosi e lascivi ninfe marine, che giocano alla corrida subacquea con gli xifia dalle lunghe spade. E tra gli Eolii lo Stromboli con il suo pennacchio stemperato nella chiarità dell’orizzonte sembra, se più vi piace, un gigantesco cetaceo, emerso per prendersi una boccata d’azzurro.

E tutto ciò è molto, anzi moltissimo, ma non è tutto. A questi naturali della.. valorizzazione turistica di Bagnara altri ne vuole aggiungere la mano dell’uomo, che proprio qui ha saputo operare il miracolo della trasformazione del divo scosceso in ter­razze liete di vite.

Corrono gli elettrotreni sulle lucide rotaie in questo scenario d’incanto, tra quinte di verde e fondali d’azzurro, ed essi portano gente, che dai riquadri dei finestrini scorgono qui un’oasi di ri poso alla loro ansia di girare il mondo.

E perchè il richiamo sia irresistibile per chi passa e pur desi­dera essere invitato a sostare si è pensato sia necessario un grande albergo dotato di tutti i conforti i più moderni.

Il turista, si sà, è un essere strano e bizzarro e ricerca ad un tempo le cose più selvagge e primitive della natura e quelle più raffinate della civiltà. lì nucleo centrale per l’organizzazione ricet­tiva che si vuole creare in Bagnara da uomini sensibili alla bel­lezza e pensosi dell’avvenire della nostra terra e della sua valo­rizzazione turistica, esiste già. Esso è costituito dall’antichissimo castello che sorge in vetta al promontorio e a cavaliere del mare. L’attuale proprietario, un perugino che qui sosta da molti anni innamorato degli incanti di Bagnara e convinto delle sue possibi­lità turistiche, ha messo il castello a disposizione del Consorzic per l’incremento turistico ed economico della nostra provincia Uomini nostri già lavorano alla realizzazione della felice iniziativa per la quale essi si sono guadagnati l’appoggio e la simpatia de direttore generale per il Turismo Italiano.

Al nucleo centrale del castello sarà aggiunta una nuova co­struzione, che non rappresenterà una sovrastruttura posticcia ma un completamento armonico di quella esistente. Sarà cura del­l’architetto, che a questi luoghi è tenacemente legato, perchè ivi.,trasse il ceppo il suo illustre casato materno, e che possiede il sesto senso, come tutti gli artisti, fare mantenere alla nuova co­struzione la linea dell’architettura normanna e conservare intatti pregi artistici dell’antico edificio. Sappiamo che l’albergo avrà circa trenta camere e sarà dotato degli impianti di riscaldam’ento e d’acqua corrente in tutti gli ambienti, di quell’acqua ferrugginosa, che costituisce una delle prerogative di Bagnara, celebrata fin dai tempi più antichi,. per le sue sessanta fontane e le sue acque ter­mali. Che farà il forestiero a Bagnara durante il suo soggiorno? Si beerà di cielo e di mare e di panorami, raramente uguali nel mondo? Farà questo ed anche dell’altro. Egli avrà la possibilità di effettuare delle gi’te in Aspromonte. Le sue mete potranno es­sere per esempio la pineta aspromontana, già bagnata dal sangue di Giuseppe Garibaldi, la casa dove fù ricoverato l’Eroe ferito, il S.Elia, dove godrà di una affacciata unica al mondo, Seminara, dove potrà visitare alcune antiche botteghe artigiane, tra cui quella rinomata dei ceramisti, la città di Palmi, che dalle ]oggie della della sua incantevole villa offre visione di incomparabile bellezza. Infatti l’albergo sarà dotato di torpedoni propri a mezzo dei quali il forestiero venuto a Bagnara avrà modo di muoversi e dì cono­scere tutta l’interessante zona circostante. E se l’Amministrazione Comunale di Reggio Cal. realizzerà, come è nel disegno del Sin­daco, una linea rapida e regolare di filobus, chi soggiornerà nell’albergo di Bagnara potrà raggiungere in poco tempo, a qualunque ora una grande città. Ma c’è ancora dell’altro. Per esempio il richiamo e l’interesse del mare sul quale, nel mese di maggio, giostrano le leggere ed aguzze imbarcazioni alla cattura del pesce spada, l’antichissima pesca della quale, a detta di Omero, si compiacque anche Ulisse.

Bastino in questo scritto tali fugaci accenni alle peculiarità di una terra, in cui la venustà dei luoghi ha più spicco perchè le fanno cornice il lavoro e l’industriosità degli abitanti.

Per ora tacciamo di proposito della ricchezza dei prodotti di questa zona e della laboriosità del suo popolo, che, commerciando, si è sempre spinto, fin dall’antichità, nei punti più lontani.

Che il discorrere ci distrarrebbe dalla visione della Bellezza, qui ci ha incantati.

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E l’incantamento ha preso noi come, oltre un secolo fa, prese

il pittore paesista inglese Richard  Keppel Craven, che -ha diritto ancora di far sentire il suo linguaggio giacchè niente è mutato da allora!

Attraverso i torrenti di Bagnara una giovane donna della più straordinaria bellezza attrasse la mia attenzione e confermò pienamente l’asserzione del Mazzella, che dice: Quivi ci aspetta la Bagnara dove le donne per la loro bellezza e leggiadria paiono tante ninfe. “ On crossing the streams of Bagnara a youg woman of the most extraordinary beauty arrested my attention, and fully confermed the assertion of Mazzella, who sày:… “:   La .rapidità della strada e le sue difficoltà proprio in questo punto, dove le pietre abbandonate nel torrente rendevano il passo molto incerto, rese difficile la sosta e lo sguardo fugace, nel quale fui costretto a concentrare la mia ammirazione, accrebbe probabilmente l’effetto della apparizione, che lo richiamò in seguito, ma io posso con verità affermare che mai la forma umana si avvicinò di tanto a tutte le immagini, che noi siamo soliti formarci di un essere so-prannaturale. La regolarità dei lineamenti era unita alla vaghezza del portamento espressione di compostezza, ed alla squisita sim­metria così come all’armonia della forma: i suoi occhi di un az­zurro cupo brillavano radiosi sotto le folte sopraciglia nere e la sua liscia piccola fronte era incastonata da un diadema di capelli di un biondo scuro. I suoi denti erano non meno perfetti del dolce sorriso, che li schiudeva, mentre le guance fiorivano in tutta la freschezza della più esuberante salute.

Il lettore penserà probabilmente alla impossibilità di trovare tante bellezze in un così breve spazio di tempo. Io desidero tut­tavia ribadire che questo stesso paese che ha presentato alla mia osservazione la più varia successione di bellezze naturali e di rara produttività possiede pure il tipo più di ogni altro perfetto dell’umana bellezza.

E che volete sapere di più sulla bellezza delle donne di Bagnara se un flemmatico inglese dell’ 800 si accende  di tanta ammirazione?

Se non vi sentite di prestare fede al pittore giramondo ed a noi che ne avalliamo il giudizio entusiasta, mettetevi in viaggio per la cittadina tirrenica. E, se aspettate ancora un poco, vi troverete anche l’albergo con l’acqua corrente, il bagno e tutti gli altri conforti, che vi-renderanno più graditi lo sciabordio iene dell’onda, il canto dei pescatori e le nenie dei carri, che salgono verso i piani ‘della Corona.

Post Author: Gianni Saffioti