Bagnara come è… articolo di Antonio Latella del 1949

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è un angolo nobiliare di questa vecchia Calabria, un delizioso giardino che si affaccia su millenni di storia.

Abbiamo visto Bagnara ed il suo vasto mare in uno di quei tardi pomeriggi invernali, nei quali le cose si ammantano di una loro fascinosa tristezza ed il cielo prende, sino nei più lontani orizzonti, coloriture strane ed incantatrici.

Fra Scilla e le Eolie lontane s’aduna quanto di più suggestivo può dare la natura; marine pallide e colline dolcissime e vallate quiete e riposanti. Al vespero la campagna si veste di una sua poesia fatta di brezze marine e di solitudine. A Bagnara il sole non s’incendia con violenza come a Sumatra e non si spegne ma­linconicamente come nelle Haway; a Bagnara il sole declina quie­tamente senza clamore. E’ un buon sole di casa, composto e ras­segnato nella gran gaia degli scenari e pietoso e mistico e soccorrevole.

Qui spira aria di santità.

Anche le onde, nelle scogliere, sembra sussurrino mille pre­ghiere sconosciute.

guardate i pescatori, la sera, quando riassettano le barche e depongono le reti: sembrano vecchi sacerdoti. ad un rito antico. I loro movimenti hanno del solenne,.sono nati ieri ed è come se avessero tremila anni, tanto appariscono distaccati e lontani A Bagnara, forse, il tempo è davvero annullato, il mito S ‘incontra con la realtà, il passato e l’avvenire si stringono forte la mano.

Questa gran voce di Bagnara noi l’abbiamo assaporata mentre la natura faceva avvertire nell’aria le segrete misture, attraverso le quali essa crea i suoi molteplici incanti. Bagnara è un enigma che si risolverà col tempo: la sua leggenda è nata attraverso lunghissime generazioni, le sue origini hanno radici profonde.

Vederla disseminata sulla marina, dall’alto del vetusto castello, è come incontrare un vecchio mondo dimenticato.

Cosi ci è apparsa Bagnara dall’alto del castello Emmarita, un vecchio, leggiadrissimo maniero che conobbe inchini di cavalieri e sorrisi di dame. Il castello Emmarita è un personaggio di ri­spetto: varcarne le artistiche soglie vuol dire penetrare un mondo di compiuta bellezza.

A nord la veneranda costruzione cade a picco, su una pro­fonda vallata, che finisce al mare. Giù le case sembrano tanti pic­coli dadi, disposti per un gioco bizzarro: le case di Calabria, in genere, sono piccine e modeste, quelle di Bagnara, in più, sono stranamente squadrate e tutte somiglianti tra loro. Sono casette piccine e modeste: ma in ognuna batte il cuore di una gente forte e generosa.

Le vie di Bagnara-città si incontrano cordialmente, senza pre­tese. Lungo queste strade si muove una folla pigra ed assorta. Sono i buoni bagnaresi, che desertano la spiaggia per rincasare.

Questo amore per la casa, comune a tutte le popolazioni me­ridionali, ma qui, forse, più accentuato che altrove, determina nei rapporti degli individui col mondo esterno, vincoli di natura assai particolare. A Bagnara, in realtà, è assai difficile scoprire le tante, miserevoli cose, di cui è fatta la vita del paese; Qui si ragiona al di fuori del tempo e dello spazio, in un eterno contraddittorio con gli elementi più semplici della natura.

Bagnara è dunque la terra delle meditazioni. Chiunque vi giunga ne resta subito soggiogato e conquiso.

Da Emmarita al mare v’è tanta luce, tanto sole, tanti eloquenti silenzi che l’anima ne resta come alleggerita.

Quasi che per un soffio divino gli anfratti, le rocce, gli scogli a picco sul mare avessero perduto di peso. Quasi che, fra valle e

i      valle, gli angeli si fossero congiunti in cantoria e i cirri rosati ne avessero sparso, per i cieli, le soavi armonie.

Emmarita è un angolo inobliabile di questa vecchia Calabria, un delizioso giardino che si affaccia su millenni e millènni di storia.

Emmarita: le case, le strade, i ponti, tutta la spiaggia fra Scilla e Bagnara e i tramonti quieti e gli alberi contemplativi.

Emmarita  tutto un accordo di cose viste e non viste, di co5e dette e non dette, nella più dialettica contrada della terra, fra macigni paurosi e voli di rondini.

Emmarita: il tuo nome lieve ha, sulle labbra, un correre lento, come le ore ed i minuti sul quadrante dell’eternità.

 

Post Author: Gianni Saffioti