Il primo libro sul terremoto del 1783 curato da Michele Torcia nello stesso anno e uno studio recente di Simonetta Conti

Il primo libro sul terremoto del 1783 curato da Michele Torcia nello stesso anno

e uno studio recente di Simonetta Conti

Anche se la base principale delle notizie sul terremoto resta la relazione del Sarconi, prima di essa era stato pubblicato a Napoli già nel 1783 il primo libro sull’immane catastrofe a cura di Michele Torcia dal quale riportiamo quello che riguarda la nostra cittadina mettendo a disposizone di chi lo richiede il testo completo.

Queste le parole con le quali Michele Sarconi, l’autore del volume Istoria de’ fenomeni del tremoto avvenuto nelle Calabrie, e nel Valdemone nell’anno 1783 inizia la prefazione al resoconto voluto da Ferdinando IV, realizzato dalla Reale Accademia delle Scienze e delle Belle Lettere di Napoli e pubblicato nel 1784.

«Una orrenda rivoluzione fisica ha riempiuta di desolazione, di devastamento, e di strage la maggior parte della Calabria ultra. Ne ha perturbata in minaccevole modo la parte minore, che ne rimane: ha distrutta dall’imo al sommo tutta la magnificenza di Messina, già lungamente nobile e bella, e già da molti anni con pubblica calamità da altro acerbo fato conquisa; e ha ricolmate di spavento, di danni la Calabria citra, e le Frontiere del Valdemone» (SARCONI, 1784, p. IX).

 

Tra gli ultimi lavori pubblicati  sul terremoto del 1783

IL TERREMOTO DELLE CALABRIE DEL 1783 E LA RICOSTRUZIONE

di Simonetta Conti e pubblicato a Roma nel 2016.

Scrive la Conti su Bagnara:

“Bagnara vecchia aveva avuto ben 3.331 morti su una popolazione di 5.658, di questi la maggior parte era costituita da pescatori che furono colpiti dall’onda di maremoto. La nuova città venne costruita, sempre tenendo presente quella che era stata, fino ad allora, la sua vocazione, ossia città marinara e proprio a questo scopo il progettista disegnò due chiuse per barche. Come si può vedere la pianta della città tiene conto dell’orografia e l’abitato prende quasi la forma di ali di un uccello. La piazza grande era posta al di sotto dello sperone roccioso in posizione baricentrica e vi era posta la Commenda di S. Giovanni di Melicuccà, la Dogana e alcune fontane. Vi arrivava la Via Regia che proseguiva per Scilla. Gli isolati dello scacchiere si presentavano squadrati e con ampia corte interna. Alcuni accoglievano i mercati al coperto e i granai pubblici. Anche qui il cimitero era posto in area suburbana. Nel 1786 la ricostruzione era già in stato avanzato (RUBINO, 1992, p. 36).”

Mettendo in evidenza il disegno del nuovo piano cittadino disegnato dal Ferrarese (1772-1784) e inserito nell’Atlante di Giovanni Vivenzio, allegato all’Istoria de’ tremuoti avvenuti nella Provincia della Calabria ulteriore… (VIVENZIO, 1788)

 

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La tavola originale su carta/acquaforte 280 x 435 si trova presso il museo Archeologico Nazionale di Napoli in Piazza Museo n.9 all’interno del volume sopra citato del Vivenzio nell’edizione originale – Stamperia Reale – Napoli 1788, tav.VII.

Dal primo libro sul terremoto del 1783 di Michele Torcia

Estatto delle pagine che riguardano Bagnara.

In evidenza come nella pagina XIV l’autore indica l’ora del terremoto in concomitanza con l’ora del pranzo, mentre tutti coloro che fino agli anni 80/90 hanno scritto su Bagnara hanno sempre copiato l’errore del Cardone che per primo scrisse 19,15 senza tener conto del diverso sistema di lettura dell’ora odierno con quello del computo napoletano dell’epoca. Tra i primi, se non il primo in assoluto a risolvere la trama, soprattutto per Bagnara dove le bagnarote si salvarono perchè a quell’ora erano fuori città per barattare le loro mercanzie, è stato lo storico locale dott. A. Carati dopo la lettura dell’Iliade funesta del Placanica.

Pagina XIV quindi è un documento dove è indicato che, molto tempo prima del Placanica, Michele Torcia per primo aveva evidenziato bene in una scrittura l’ora del terremoto. Sul finire dell’ora di pranzo.

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