Alla ricerca della posta del pescespada in località Canale

Pasqualino Di Biasi è l’ultimo contadino” che frequenta la località denominata “Canali” situata a sud della nostra cittadina a ridosso del “monte cucuzzo”, egli possiede dei terreni che cerca di tenerli, per quanto possibile, coltivati e puliti. Il sig. Di Biasi ha una certa età, presto non potrà più salire le ripide scale che portano alla sua vigna. Lo troviamo intento ai suoi piccoli lavori alla fine della breve camminata che dal centro del paese ci ha portati a destinazione. Volevamo arrivare nel luogo dell’antica posta del pescespada che prendeva il nome di quella località, vedere e capire se c’era ancora qualcosa da poter fotografare, ed invece abbiamo trovato lui, l’ultimo rimasto a frequentare questo tratto di costiera tra Bagnara e Favazzina che ci ha spiegato meglio di qualsiasi immagine dove era situata la posta del pescespada e ci ha anche raccontato in merito degli aneddoti di costume locale.

E’ chiaro che prima ci ha chiesto chi eravamo e cosa facevamo e poi dopo le presentazioni, che come da prassi hanno scaturito in lui ricordi lontani dei nostri parenti, ci ha offerto le sue arance, di due tipi, quelle normali e quelle dolci, ” i zucchiru”, non mancano in quella zona i limoni e i e mandarini.

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Il piccolo altipiano dove eravamo, posto a circa 50 metri dal livello del mare, offre al visitatore una vista d’incanto sia sullo stretto che sulla cittadina ed è stato normale quindi che alcuni di noi facessero degli scatti fotografici che contornano questo breve commento sulla camminata soffermandosi oltre che sui paesaggi anche su alcuni particolari come “rasole, funghi e il fondale marino di invidiabile trasparenza.
Il luogo dove si trovava la posta del pescespada è questo nella foto in basso, approfittiamo quindi per trascrivere una breve storia che lo stesso Di Biasi ci ha raccontato e che riguarda uno degli avvistatori “vandiaturi o guardiani” che segnalavano alle barche la presenza e la direzione del della preda.

Diciamo subito che la posta in origine era costruita in legno e periodicamente veniva sistemata o rifatta per la fragilità del materiale, dopo fu costruita in mattoni e cemento. Quando ancora era in legno accadde un episodio che interessò uno dei guardiani più conosciuti “Carmineio Giannotta”.

Mentre il guardiano era intento al suo lavoro, un incendio divampato probabilmente per il solito mozzicone di sigaretta circonda la posta dove si trovava il Giannotta il quale si vide perso nonostante il suo tentativo di svuotare la “bombola” d’acqua di 2 litri che gli serviva per bere, per spegnare le fiamme, solo il lesto intervento di alcuni contadini che all’epoca frequentavano numerosi quelle zone, che con le loro zappe delimitarono la zona dell’incendio, evitarono conseguenze drammatiche.

Concludendo il breve resoconto della passeggiata, tutti abbiamo assaggiato e apprezzato con piacere i frutti tipici e caratteristici di un arbusto della macchia mediterranea che cresce ancora nonostante l’oramai totale abbandono del territorio conosciuto a Bagnara come “mbriachelli” , ovvero i corbezzoli.

Post Author: Gianni Saffioti