Stellario Zappala’ ha vissuto a cavallo degli anni 50

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Stellario Zappala’

Per l’anagrafe è Stellario Zappalà ma, a Bagnara Calabra, tutti lo chiamano Pietro. Zappalà ha vissuto, a cavallo degli anni. ’50, i tempi d’oro dell’automobilismo del sud Italia, quando i piloti calabresi erano Francesco Siracusa, Pasquale Placido, Fran­co Pietramala o il giovanissimo Domenico Scola che, al Circuito di Reggio, gareggiava su 500, in coppia con Saivatore Spizzirri. E­rano ancora i tempi della Targa Florio ( i Florio sono originari di Bagnara, N.d.R). e dei giri di Calabria e Sicilia a cui partecipavano vetture driver di livello mondiale: la Jaguar di Biondetti, le Ferrari di Villosi e Bordonato, la Stanguellini di Sighinolfi, Zagato con la propria vettura. All’epoca non c’era la televisione e queste “giri” consentivano al pubblico di poter vedere da vicino quello che i grandi cronisti avrebbero poi narrato dalle colonne dei giornali.

Zappalà cominciò a correre nel 1948 e la sua prima gara fu proprio sulle strade di casa, dove all’epoca si svolgeva la Bagnara – S. Elia, un’altra delle cronoscalate ormai da tempo scomparse. “Pietro” partecipò con una 1100/E vincendo la propria categoria, un ottimo inizio di carriera. Poi nel 1950 partecipò, con Caratozzolo, alla seconda edizione.del Giro di Calabria. Negli anni immediatamente successivi cambiò vettura pas­sando alla guida di una OSCA, la futura Macerati, e si prese molte soddisfazioni. Ricorda con un sorriso:”C’era qualche pilota che, quando leggeva il mio nome tra gli iscritti, diceva: C’è Zappalà, allora non c’è niente da fa!” Gli chiediamo chi fosse il suo preparatore e risponde: “Con me per anni, c’è stato Domenico Condina, (mastru Micu u Moiu) con il quale ero molto affiatato anche perché ero (e sono ancora) un appassionato di motori: riuscivo, quindi a spiegargli bene i problemi delle macchine.

L’unica cosa che né io né lui abbiamo fatto è stata quella di conservare qualche foto o giornale dell’epoca; mi rimane qualcosa solo grazie alla grande passione di Gennaro Barbaro di Palmi che mi ha fatto una grandissima sorpresa dandomi l’occasione per rivedere i miei ricordi”.

Fu nell’agosto del 1953 la grande vittoria di Zappalà alla V edizione del giro di Calabria quando, a bordo della OSCA 1000, vins nelle spert Internazionali da 750 a 1100. Poi nel 1954, la vittoria al giro di Sicilia, 1080 chilometri in 13 ore e 31 minuti, alla media di circa 80 all’ora, in coppia con Condina a bordo di una Giannini 750, sempre nella categoria Sport Internazionale. In quella stessa gara a vincera l’assoluta, fu Piero Taruffi su Lancia 2500. Un mese dopo, fu la volta della Targa Florio dove, con la stessa vettura del “Sicilia”, arrivò al 15° posto assoluto.

I competenti sanno bene quanto vale un piazzamento del genere in una gara massacrante e dall’elevato numero di partecipanti come quella. Nella classifica del chilometro lanciato, con la media di 150 chilometri orari, fu 23esimo, battendo una dozzina di vetture più potenti. Ai primi tre posti dell’assoluta arrivarono Taruffi, su lancia 3300; Mussi su Macerati 2000 e Piodi, su Lancia 2500. Poi, ad un certo punto anche Zappalà dovette smettere. Responsabilità troppo grandi quali la famiglia ed il lavoro, non gli consentivano di continuare a gareggiare ai livelli che già aveva dimostrato di poter raggiungere, sia nelle cronoscalate sia nelle gare di durata. Quella delle carriere interrotte è una storia comune a molti piloti. E sapersi accontentare di quello che si è fatto è difficile, soprattutto quando ci sono tutti i presupposti per arrivare a grossi risultati. Però anche Zappalà potrà dire: “Io c’ero”.

Silvio Taranto

Post Author: Gianni Saffioti