Rosario Stillo nato il 18 febbraio 1959

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Prato 03 Ottobre 2008

 

Storia di un Bagnaroto che ha lasciato l’amato paese per seguire i genitori a causa della mancanza cronica di lavoro nel Sud.

Mi chiamo Rosario, Rosario Stillo, figlio di Gregorio e di Iannì Carmela (meglio conosciuta come “Momma”

la sarta); sono nato il 18 febbraio 1959 nel rione Marinella di Bagnara Calabra , in via Morin , 11.

Nel 1967 tutta la famiglia si trasferì a Prato, in Toscana: padre, madre, le 2 sorelle (Carmela e

Domenica), la nonna materna Domenica (conosciuta come “Mica ‘a Nira”) ed io, di soli 7 anni.

Nonostante l’apparente miglioramento del tenore di vita, i buoni risultati a scuola, le ottime amicizie che avevo, fino a 18 anni mi sentivo il vuoto interiore ed era facile capire cosa mi mancava: Bagnara, con il suo mare, la sua spiaggia, il suo sole; infatti non perdevo occasione per poter tornare alla Marinella dai miei cugini: quanti bagni, quante alzate alle 2 di notte per andare con il Conzo insieme a zio Melo Bagnato ed ai suoi figli! Tra l’altro ricordo che per tanti anni sono stato famoso per un paio di episodi accaduti nelle uscite in barca: il primo è stato quando i pesci venivano presi a fila con gli ami della lenza , la prima volta che vidi ciò , chiesi a mio zio : “Zio  guarda , bolle l’acqua “ e giù i miei cugini a riderci sopra  ; un altro fu la prima volta (ripetutasi poi nel tempo ) che fui sgridato da Turi (figlio di zio Melo) per la mia poca esperienza nel destreggiarmi in barca : “ Ma cu ti barcau ‘ndi sta’ varca ?” : frasi storiche , che col passare del tempo mi avevano marchiato e non passava volta che i miei cugini si scordassero di quelle frasi per beffeggiarmi!!!!!! Gli anni sono passati e io inizio all’età di 20 anni a lavorare in fabbrica, lo stesso anno partii  per il servizio militare ( svolto a Vacile di Spilimbergo – Friuli) , nello stesso periodo, per ottenere le licenze previste , feci  il concorso per entrare in Ferrovia come conduttore : fu una fortuna , perché a distanza di 6 anni (nel 1986) , venni assunto nel compartimento di Firenze ; appena in tempo , perché a distanza di 2 anni da quella data , la fabbrica dove lavoravo venne chiusa per una delle tante crisi del settore tessile . Nel 1991 divento Capotreno, esperienza lavorativa segnata dal brutto incidente vissuto sul Treno Pendolino “Botticelli” che si ribaltò nella stazione di Piacenza il 12 gennaio del 1997: io ero il Capotreno….L’anno scorso (2007) ho avuto un altro avanzamento di carriera : adesso sono Professional (l’ex Capo Personale Viaggiante) in Trenitalia . il mio lavoro si svolge nella stazione di Firenze Santa Maria Novella  e si tratta in pratica di controllare , con il PC , l’andamento dei treni  , ed in caso di ritardo , organizzare le squadre  in modo che i treni partano in orario. Attualmente abito a Prato con la mia nuova compagna (Natalia) anche Lei emigrata dalla propria terra, la Sardegna, anche se per motivi di studio almeno inizialmente: ciò che mi ha sorpreso in Lei è stato vederla così felice ed entusiasta di Bagnara: infatti questa estate per la prima volta abbiamo trascorso le nostre ferie nel mio amato paese: non pensavo si trovasse così bene, sia come ambiente sia come ospitalità !!! Infatti abbiamo deciso che da ora in poi per le ferie, lei andrà a Bagnara, ed io in Sardegna (altra Terra stupenda) : naturalmente sto scherzando……

Prato, grande città industriale tessile, III città per popolazione del centro Italia, dopo Roma e Firenze, conosciuta a livello mondiale per le sue bellissime stoffe: purtroppo la crisi, che c’è a tutt’oggi a livello mondiale, l’ha colpita in modo molto serio ed i vecchi meccanismi  che le avevano permesso di risollevarsi da tutte le crisi precedenti  , sembrano non funzionare : ricordo che da ragazzino in ogni via  si sentiva il rumore dei telai che creavano stoffe a non finire ; per capire meglio come fosse il Pratese tessitore c’era un detto “ C’è crisi quando lavori solo per 12 ore al giorno  “ : gente abituata a lavorare , in tempo di maggior lavoro , anche per 18 ore di filato , gente che accanto alla casa si costruiva il magazzino per i telai  , per non andare avanti ed indietro e quindi risparmiare tempo utile al lavoro . Tutti lavoravano, la famiglia intera compresi i bambini, che dopo i compiti facevano i “cannelli” per le spole dei telai , e tutti ai telai!!! Adesso non è più così, Prato è invasa da extracomunitari (in primis Cinesi) che piano stanno scavando nel tessuto sociale della città e , purtroppo , la stanno cambiando : basta percorrere la ormai famosa Via Pistoiese , che una persona si chieda veramente dove si trovi : insegne dei negozi  in cinese , per strada solo cinesi , ecc….Ci sono anche moltissimi altri asiatici , a cominciare dai Pakistani , Indiani ,e naturalmente tantissimi Albanesi e Rumeni : ma questi ultimi due si stanno integrando nella città e non è raro trovare ditte edili create da loro . Purtroppo i Cinesi sono un popolo chiuso, sono poco socievoli, e non passa giorno che i giornali locali non diano notizie di arresti di cinesi, trovati ad effettuare il mestiere di medico, di ginecologa, ecc….

Sono convinto che continuando di questo passo, tra una quindicina di anni saranno loro a comandare noi Italiani con le loro leggi, perché, credetemi, stanno spuntando e progredendo come pochi altri popoli .Torniamo alla presentazione di Prato: città tipicamente Medievale , nata intorno all’anno 1000 d.C. , legata nel bene e nel male con le vicine Firenze e Pistoia ; già nel Medioevo sviluppò  un commercio con lontane terre tant’è che l’inventore della cambiale è stato un Pratese : Francesco Datini. Di quel periodo di enormi ricchezze sono rimasti molti esempi tra i monumenti nel centro città: il Duomo, Palazzo Pretorio, il castello dell’Imperatore, e tantissime chiese antiche, una più bella dell’altra. Il centro storico di Prato è ancora oggi cinta dalle mura medievali erette a difesa del luogo, con numerose porte ancora esistenti e ben conservate: Porta Pistoiese (l’ingresso dalla parte di Pistoia,

 Porta Santa Trinità, Porta Fiorentina, ecc…

Non è difficile a Prato alzare lo sguardo, oppure fare una passeggiata sul muraglione del Castello dell’Imperatore per scorgere nel paesaggio tantissime ciminiere, che con la loro presenza fanno le sentinelle di ciò che Prato è stata nei secoli: una grandissima Città, laboriosa, intelligente ed accogliente con tutti quelli (compreso Me) che avevano ed hanno voglia di lavorare: ma cosa succederà quando il lavoro non ci sarà più? Ho cercato attraverso le foto allegate, di far capire cosa era Prato, cosa è Prato, ma non quello che forse sarà (?)

Post Author: Gianni Saffioti