06 febbraio 2011. In attesa delle comunali (quarta parte)

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LIBERTA’ che NON vuol dire votare BIANCO o NERO

ma ha un significato molto più importante, ovvero SOTTRARSI a quella scelta prescritta

e cominciare a sognare un mondo a colori

lontano dalle rassegnazioni di “chisti simu” e “simu a Bagnara”.

 

Le sofferenze fisiche e psicologiche della nostra cittadina, che vive oramai quasi solo di impiegatizio pubblico e lavoro nero sono ogni giorno sempre più vistose. Chi è abituato a condividerle da sempre non se ne rende conto perché non le vede e purtroppo non avendo termini di paragone non potrà mai vederle. Dunque si sopravvive cosi guardando il calendario dettato dalle feste religiose che fanno da break alla monotonia dei disagi sempre più consistenti ai quali oramai ci si è abituati inconsciamente assuefatti dallo slogan regino “chisti simu” o di quello coniato in paese “simu a Bagnara”

La crisi economica che sta paralizzando l’Italia produttiva e di cui tutti ne ridimensionano la portata, non ha toccato per nulla Bagnara e poco o niente la Calabria. Nelle realtà produttive, ovvero dove il sistema socio-economico produce ricchezza e le persone lavorano ed alimentano uno sviluppo della vita qualitativamente diverso da quello bagnarese e meridionale, la crisi sta paralizzando i consumi e cambiando i modi di vita delle persone. Chi non la vive direttamente non potrà mai comprendere la vera realtà della crisi ma nello stesso tempo non potrà stare con l’illusione che il mondo si possa ridurre a quel piccolo angolo di sud Italia chiamato Bagnara che vive completamente fuori dalla realtà come la maggior parte dei paesi del meridione dove tutti dicono di volere il nostro bene e con furbizia e malafede ce lo portano via. Ecco se la lotta deve essere quella di non farci portare via il nostro bene, abbiamo già perso, perché il nostro bene è il territorio, la sua bellezza, la sua ricchezza. Esso è andato tutto perso e forse irrimediabilmente, cercherò di spiegarlo con cose reali ed evidenti che tutti possono constatare. Non parlerò di tutto altrimenti dovrei scrivere un libro grande e grosso.

Trattiamo una piccola parte di quella che oggi viene decantata come città a vocazione turistica, che sinceramente è mortificante per una cittadina che per le sue caratteristiche doveva essere la guida del turismo calabrese. Già le sue caratteristiche, ma che fine hanno fatto, ma quali erano? Quando non si ha rispetto per il passato e non si capisce che distruggendolo si distrugge il futuro poi addirittura ci si dimentica di come eravamo. Alcuni esempi:

1)      Il centro storico nel rione Arangiara è sparito lasciando spazio a case certamente moderne ed antisismiche, lo spero, condonate ed in regola ma cancellando fisicamente la storia antica della città. Persino la pavimentazione in pietre nere di lava dell’Etna che caratterizzava la discesa della chiesa del Rosario è finita sotto l’asfalto, come nel corso Garibaldi. In altre realtà meridionali dove il turismo pullula tutta la primavera e tutta l’estate, le strade antiche sono state e vengono preservate proprio a scopo turistico, basta andare a Lipari per vedere il centro cittadino arredato con miriadi di piccoli alberghi, ricavati da case tenute basse, tra le viuzze pulitissime ed il centro, tipo il nostro corso, con la pavimentazione fatta a “basuli”, nulla di eccezionale, solo il rispetto verso se stessi ed il lavoro che si sviluppa grazie anche  a quelle caratteristiche.

2)      Di storico praticamente non è rimasto più nulla, la Torre è stata ribattezzata e ridicolizzata con stile noncomprendo,  i bastioni sulla rupe lentamente si stanno sgretolando e l’unico sito rimasto in piedi dopo il terremoto del 1908, e mi riferisco alla chiesa del Carmine, ha bisogno urgentemente di grandi lavori di restauro sia all’interno che all’esterno.

3)      Dopo gli anni sessanta il cemento, legale o abusivo non importa, ha cominciato senza sosta a mangiarsi le zone di verde lasciandosi dietro non sviluppo ma solo degrado. Il rione Marinella che poteva essere un’attrazione turistica senza pari è diventato un ghetto. In altre realtà posti come era qualche tempo fa quel rione, con le case basse, le viuzze che arrivavano fino al giardini ai piedi della montagna, con il profumo dei fiori degli alberi da frutto che arrivava fino al mare, oggi sarebbe centro di attrazione se si pensa a quanti piccoli bar, bazar, negozietti di prodotti tipici e pesce lavorato in casa si sarebbero potuti creare. Ma pensare al futuro e volere bene a Bagnara non è mai stato un vanto per i politici locali, e cosi oggi Marinella è un ghetto dentro al ghetto più grande di una cittadina che ha distrutto tutto quello che poteva servire al suo sviluppo e continua deturpare il territorio costruendo indiscriminatamente sule colline e sulle spiagge senza capire che gusto e bellezza sono necessarie per il bene comune. L’argomento è vasto e merita approfondimento ma volevo solo dare l’idea dello scempio e del treno perduto forse per sempre.

4)      Per toccare con mano quanto sensibili siano i politici alla valorizzazione turistica di Bagnara, basta vedere il loro atteggiamento su temi come la pulizia delle strade, che è da terzo mondo, su quello delle fognature e degli animali grandi e piccoli che di sera giustamente escono per la loro passeggiata, sulla disposizione e la dicitura dei cartelli turistici specie quelli della TORRE ARAGONESE che continuano ad essere presenti con scritte storicamente false RUGGIERO e RUGGERO, e che nonostante lettere e sollecitazioni inviate da quando sono state locate, diciamo che devono essere sostituite almeno per il decoro della cittadina a vocazione turistica.

5)      La spiaggia ed il mare non li commento, li lascio cosi come si trovano. Quella poca spiaggia che ancora per adesso ci lasciano libera è sempre sporca, vergognosamente sporca, in particolare dopo il 10 di agosto, quando dopo i tradizionali ed illegali falò, nessuno la pulisce e fino alle prime mareggiate tutto resta sporco e pieno di rifiuti di ogni tipo a sensibilizzare appunto la vocazione turistica. Dei lidi ho un impressione che siamo come delle brutte imitazioni dei villaggi turistici Egiziani, dei bunker dove un bicchiere di plastica con un poco di ghiaccio tritato e qualche goccia di sciroppo di menta scadente spacciato per granita di Bagnara costa tre euro senza scontrino. Nel porticciolo di Panarea una granita servita a tavolino quest’estate costava due euro e mezzo e ti davano pure lo scontrino.

6)      Il rispetto, non dico per i cittadini, ma per la vocazione turistica passa anche per la viabilità, sia pedonale che per gli automezzi, certamente anche in questo caso la vocazione turistica della cittadina arriva all’estasi. I marciapiedi spesso sono ingombri di decorazioni floreali, lampioni stradali, sedie o altro che impediscono il passaggio dei pedoni, in determinate ore pezzi di marciapiede sostituiscono il salotto di casa. Succede un poco ovunque, sia nelle vie principali che in quelle secondarie, spesso il salotto arriva fino in strada occupando uno o due posti per il parcheggio delle macchine. Oramai è la normalità più assoluta, è costume, fa parte del sistema, nessuna colpa a quanti lo fanno, ma è cosi come tutte le altre cose dette che fanno parte del treno perduto che forse non passerà più per colpa del grande intreccio tra i piccoli ed i grandi interessi privati di ogni singolo con la politica, che matematicamente sono ed andranno sempre a discapito del bene comune, quel bene che per i nostri piccoli egoismi ci lasciamo portare via ogni giorno. A parlare della viabilità stradale non mi ci metto neanche, vale il motto “ a Bagnara simu” e fino a quando sarà cosi beati coloro che ci vivono a Bagnara.

Ma la vocazione turistica non va protetta, tutelata, sviluppata? Ma ci sono enti posti a sensibilizzare e a promuovere cose serie e non essere servili ai padroni di turno? Possibile che in un paese dove tutti sono presidenti di qualcosa e  tutti vogliono il bene della cittadina, la vocazione turistica debba offrire quanto descritto? Dimenticavo il detto di rassegnazione reggino “chisti simu”.

Un noto esponente politico di destra che da tempo non frequenta più il consiglio comunale, qualche anno fa dopo aver letto le liste dei candidati al consiglio comunale ebbe un’espressione di sgomento dicendo “ siamo sicuri che sono le liste dei candidati e non liste dell’ufficio di collocamento? ”

Tra qualche mese si ripresenteranno le liste, i cittadini saranno chiamati a scegliere i prossimi consiglieri comunali. Per come si stanno mettendo le cose si troveranno davanti ad una scelta di LIBERTA’ che NON vuol dire votare BIANCO  o NERO ma ha un significato molto più importante, ovvero SOTTRARSI a quella scelta prescritta e cominciare a sognare un mondo a colori lontano dalle rassegnazioni di “chisti simu” e “simu a Bagnara”.

Cosi stando le cose QUALUNQUEMENTE sarà il vostro voto voterete per i soliti CETTO che fanno promesse tutti e poi “u pilu su teninu tuttu pe ij”.

di Gianni Saffioti

ASTENERSI PER DIRE BASTA AI VARI CETTO.

BAGNARA LIBERA E INTEGRATA NELLA SOCIETA’ CIVILE

E NON SERVA DEL CLIENTELISMO.

Post Author: Gianni Saffioti