28 febbraio 2010. Riflessioni su Bagnara a 50 anni dalla pubblicazione del libro SPRECO di Danilo Dolci

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Quando Giulio Einaudi editore pubblicò “ SPRECO” di Danilo Dolci, era il 1960, sono passati 50 anni.

In quel libro si parla della Sicilia occidentale, 434 pagine di documenti ed inchieste sullo spreco in quel territorio. L’autore prima della prefazione dedica alcune righe a quanti hanno collaborato: “questo libro nasce dal contributo di centinaia di persone: la copertina dovrebbe essere ricoperta di nomi. A tutti esprimiamo la più viva gratitudine …”

Nel mezzogiorno d’Italia, come 50 anni fa continuiamo a lamentarci, a recriminare e comportarci come se fossimo Dei nella forma decritta da Tomasi di Lampedusa. Nella nostra amata cittadina, oggi come ieri, chi ha dato il suo piccolo e modesto contributo, da altri poi inesorabilmente sfruttato per interessi (di lucro, politici, di gloria, ecc. ecc. ), non viene assolutamente più ricordato, anzi viene messo con accuratezza nel dimenticatoio perché già sfruttato, inutile, ingombrante.

L’umiltà, quella vera onesta e sincera e non quella faziosamente propagandata e sbandierata ai quattro venti avendo dietro le spalle un passato tutt’altro che limpido, è roba antica. Vedo ancora davanti a me il Prof. Tommaso Oriana, so che nel 1948 presentò la sua tesi di laurea su Bagnara al circolo unione, meravigliando una platea incredula ed affascinata del suo racconto, lo vedo dicevo, con faccia sgomenta all’inizio degli anni 80 quando, stavolta lui incredulo, non riconosceva più la sua Bagnara, oramai diventata caotica, maleducata, ecc. ecc.

Il povero prof. Gerolamo Fiumanò, è stato fonte di rapina, senza mai essere nominato, da molteplici persone che ne hanno sfruttato i suoi studi. Nessuno ha mai parlato di quanto quest’uomo ha dato a Bagnara senza mai alzare la voce, senza nulla pretendere, nessuna statua, nessuna via dedicata a questo educatore delle scuole elementari.

Dicevo all’inizio che sono passati 50 anni, forse inutilmente, pochi sanno di Danilo Dolci, ma certamente quello che ha scritto vale molto di più di quanto si scrive e si urla oggi. La politica ha FALLITO, siamo in una posizione sociale peggiore di quella di allora, è inutile stare a fare l’elenco di cosa non funzionano e del perché. Sono i fatti che parlano e non le chiacchiere di chi ha interessi in modo che le cose rimangano stagnanti  gettando fumo negli occhi della gente gabbandola a dovere giorno e notte. Purtroppo mentalità culturali troglodite confondono ancor oggi le tradizioni con il conservatorismo, queste mentalità, contrarie allo sviluppo ed al progresso, considerano il passato, la memoria e la storia come semplice trastullo melanconico di nostalgici ricordi e non come propulsore di eventi futuri atti a far evolvere la società. Quello che è stato fatto in questi ultimi decenni conferma quanto ho scritto, nessun passo avanti a livello economico, sociale e culturale. Solo uno SPRECO di risorse per non cambiare nulla, perché tutto rimanga cosi com’è, per paura del nuovo e di essere spazzati via. Anzi, siccome a misurare certe cose c’è sempre il metro di paragone, dalla data di pubblicazione del libro di Dolci ad oggi il regresso della nostra cittadina è sotto gli occhi di tutti e riguarda tutti i settori. Guai azzardarsi a farsi scappare qualche sana idea, subito viene clonata e sfruttata dalla iena di turno e poi mollata, dimenticata dopo averne ricevuto spicci benefici senza pensare al bene comune ed ai danni che si possano creare.

A quanti oggi, nella nostra cara e bella cittadina, oltre ad essere commissari tecnici della nazionale e specialisti nelle previsioni del tempo, sono anche sociologi, politici, storici, filosofi, ricercatori, presidenti, terapeutici, manager navigatori e timonieri del web e molto altro ancora: dedico dei versi dello scrittore più volte citato, con l’augurio che lascino crescere i giovani con la loro testa e con le loro idee, di non manipolarli e di riflettere come loro stessi hanno vissuto fino ad oggi. La saccenza o saccenteria, a seconda di come si preferisce chiamarla, è una delle peggiori forme di proporsi agli altri se si vuole essere ascoltati. Il problema più grande di Bagnara è proprio questo, lasciare stare che i giovani sbaglino da soli, facciano le loro esperienze e non emulino gli errori degli altri. A quanto SPRECO ancora bisognerà assistere?

“il vivere mi inorridisce

e affascina

siamo minimi microbi

in bilico distratto

tra disperazione e presunzione “

di G. Saffioti

 

 

 

Post Author: Gianni Saffioti