Bagnara nel medioevo di Alessandro Carati

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PER UNA REVISIONE STORICA DEL PERIODO NORMANNO A BAGNARA

E DEL RUOLO DELLA CHIESA CATTOLICA

Bagnara, sorta in tempi che vedevano la Sicilia non ancora interamente conquistata dalle armi normanne, e men che mai dalla cultura religiosa e civile dell’Occidente cristiano, è dai normanni vista e considerata quasi in funzione di un impulso attivo e laborioso verso un’opera di civilizzazione cristiana dell’isola, e però, non bisogna dimenticarlo, anche e in special modo rivolta e proiettata verso la costa occidentale tirrenica della Calabria, donde ai suoi primordi dovette esercitare un controllo non indifferente, da Reggio fino ai confini con le terre di Mileto e quelle dellAbbazia di Sant’Eufemia. Prospettiamo dunque una presenza quanto mai viva ed industriosa che, naturalmente, va posta in stretta relazione con la massa dei possedimenti e dei privilegi di cui godeva. Né si può affermare che i tempi erano felici: la Calabria cristiana si muoveva, anche faticosamente, verso le terre del suo interno completamente ellenizzate, e verso la Sicilia araba nel tentativo di rendere specie quest’ultima alla cultura dell’Occidente strappandola finalmente alla cultura pagana. E l’impegno fu ovunque quanto mai complesso e ramificato: e quanto di bene e di male ci sia stato in tale impegno non è oggetto del nostro studio. Resta il fatto che anche la chiesa di Bagnara vi svolse il suo ruolo, che non dovette essere secondario. Ma questa sua particolare funzione non è stata sino ad oggi, che io sappia, da alcuno studioso locale posta nella giusta luce o addirittura ipotizzata. Anche a livello della storiografia generale ciò è stato per lo più ignorato. Valga per tutti l’esempio offerto da uno studioso quale lo Chalandon, che tanto contribuì allo studio del meridione nell’alto medioevo. Questi allorché tratta del monachesimo latino nelle contrade della Calabria, dice testualmente: «La devozione normanna non si tradusse nella seria protesione accordata agli ordini monastici già e istenti, bensì nella fondazione o la restaurazione di numerose abbazie». Comnciò con Sant’Eufemia, con la Santa Trinità di Mileto e con Santo Stefano in Bosco, e le grandi fondazioni normanne continuano nel XII sec. con Monte Vergine, San Giovanni degli Eremiti a Palermo, Naniakes e Monreale. Di Bagnara non v’è mensione! Eppure essa occupa di diritto il posto a fianco di Sant’Eufemia e della Trinità (se non altro, cronologicamente viene subito appresso), eppure vi è completamente taciuta. La sua importanza esula dall’apparenza e dai limiti cronologici, è tutt’uno con l’affermarsi della civiltà cattolica e nelle contrade della Calabria ad essa prossime, e, in particolare, in terra di Sicilia, ma lo Chalandon lo ignora. Egli conobbe l’opera del Kebr, ebbe così modo di accostarsi al nostro diploma di fondazione ma se ne avvalse per altri scopi. L’opera del Cardone era apparsa nel 1873, L’opera del Cardone apparse nel 1873, quella del Minasi sulla «Abbazia normanna in Bagnara Calabra» nel 1905. Vero che tra i campanilismi allora in voga (fineOttocento, inizi Novecento) massime tra gli studiosi di soria locale, volti anima e corpo ad effimere ed irrazionali supremazie di parte, e dunque alle mancanze, alle incompiutezze, alla farraginosità nelle esposizioni, tipiche anche dei due autori sopra citati (che nonostante ciò diedero sulla città gli studi più completi), c’era poco da fidarsi. Opere veramente organiche sull’istituzione normanna di Bagnara mancano a tutt’oggi; ciò perché ogni risposta sembra giungere da una constatazione ben detta e precisa: i documenti più antichi e ragguardevoli in nostro possesso, lasciano pressoché in sospeso ogni interpretazione che prescinde da uno studio che ignori o non tenga nel dovuto merito il contesto storicogeografico nel quale le vicende e lo sviluppo della chiesa e della città si manifestarono. Ciò non fu compreso, e nonostante la grande massa di notizie, di testimonianze e delle dotazioni e del ruolo affatto secondario che la chiesa di Bagnara rivestì, colse impreparati a livello di cultura storica innanzitutto, proprio coloro che più degli altri avrebbero dovuto prendere piena coscienza della sua realtà e offrirne testimonianza: tutti gli storici locali dai quali mai fu debitamente approfondito il ruolo, l’importanza della città che nasceva, mai posto nella debita relazione il particolare contesto storico che ne vide gli esordi. la particolare posizione geografica, in rapporto alle svariate indicazioni che i documenti ci offrono a riguardo. Eppure la storia del nostro meridione deve gran parte del suo fascino alle necessità financo imperiose (come appunto per Bagnara) della conosceza del territorio, che va integrata e completata dai documenti e della specifica preparazione storica, sen za le quali premesse mol ti studi resterebbero vuoti ed insipidi come quel del Cardone. Come non perdonare dunque l’insigne Chalandon che tra l’altro colloca il monastero di San Giovanni di Laura presso Seminara, a Lauropoli nel comune di Cassano Ionio nel circondario di Castrovillari in provincia di Cosenza?

Post Author: Gianni Saffioti