Carmine Romano patriota

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CARMINE ROMANO di Domenico e di Anna Maria Savoja nacque a Messina nel 1804, dove la famiglia si era rifugiata per sfuggire al brigantaggio e alla persecuzione borbonica capitanata dal Cardinale Ruffo.

Rientrò in Bagnara nel 1815 e si iscrisse, giovanissimo, alla Carboneria prima e alla Giovane Italia poi. Nel 1830 sposò la cugina Clementina, figlia dello zio Vincenzo. Prese parte ai moti del. 1847-48 ed in conseguenza fu giudicato in contumacia dalla Gran Corte Criminale Speciale della Provincia di Calabria Ulteriore e con sentenza del 20 aprile 1856 condannato “alla pena dei ferri per anni 25 alla malleveria di ducati 100 per anni tre”.

Nel 1848 fu nominato Comandante della Guardia nazionale e nel 1849 fu arrestato e ristretto nel carcere di Palmi da dove evase ed espatriò in Marsiglia dove rimase fino al 1854  da dove si sposto in Torino. Ivi, unitamente ad altri emigrati politici, continuò l’attività politica fino al 1856.

 Nel 1857 rientrò in Marsiglia dove venne arrestato in seguito all’attentato di FELICE ORSINI.

Il 25.6.1860 FRANCESCO II pubblicava la Costituzione e concedeva l’indulto, pertanto, poteva  rientrare in Bagnara e tornare a ricoprire la carica di Comandante della Guardia Nazionale.

Per la prima volta veniva nominato Sindaco.

Garibaldi dichiarava la dittatura a Salemi e costituiva il Governo provvisorio a Palermo. In Reggio venivano organizzati i comitati rivoluzionari ai quali il Romano aderiva ed organizzava un campo in Aspromonte installando il quartier generale nella sua casa di campagna in contrada Olivarelli.

La notte del 18.8.1860 una squadra di Garibaldini sbarcava, alla ventura, a ‘’Porticello” e riusciva a raggiungere il campo in Aspromonte. La mattina del 13.8.1860, dopo aver preso accordi con il Romano, il quale mandava in Aspromonte (località Forestali), il suo fattore, tale BRUNO GRAMUGLIA, detto “SCATOLEO” per guidarli, una piccola schiera di rivoltosi e Garibaldini scendeva in Bagnara ed attaccava  le truppe borboniche. Ma queste ultime, in numero dieci volte superiore, inseguivano la detta schiera per le vie Mastroidici e Caccipullo, fino a Solano.

Il Gramuglia veniva arrestato, mentre il Romano riusciva a scappare a Faro presso il campo di quei rivoltosi.

Il 18.8. 1860 Garibaldi sbarcava  sulla spiaggia di ”ROBOLO” (Melito Porto Salvo). La notte del 20.8. 1860 una brigata di Garibaldini, con una delle casse della spedizione, comandata dal Capitano De Flotte, sbarcava a Favazzina e raggiungeva Solano, attraverso il greto del fiume. Mentre si trovava al bivacco in Solano veniva assalita da locali, annientata e derubata della cassa (una lapide ricorda il triste episodio).

La sera del 24.8. 1860 Garibaldi entrava in Bagnara e la popolazione festante lo accompagnava a casa del Romano, dove veniva accolto dallo stesso, dalla moglie e dal nipote Natale Denaro, pro sindaco, figlio del martire Giacomo Denaro.

Garibaldi pernottava in detta casa, come è ricordato dalle lapidi poste  all’ esterno e all’ interno della detta.

Il Romano, convinto repubblicano, non si convertì all’idea monarchica tanto da non insignirsi mai del titolo di commendatore conferitogli da Crispi (in archivio esiste il documento) e da non usufruire della pensione di perseguitato politico.

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Prima pagina estratta dal documento autentico degli atti processuali

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Copia dall’ autentica del decreto del questore di Torino e del permesso di soggiorno rilasciato dall’autorità di P. S. di quella città nella qualità di emigrato politico in data 27.9. 1854

Post Author: Gianni Saffioti