Testimonianze su Bagnara di alcuni viaggiatori

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Testimonianze su Bagnara di alcuni viaggiatori

” arrivammo nel castello chiamato la Bagnara per gli antichi bagni chi ivi si trovavano, dè quali alcuni vestiggij infino ad hoggi si veggono: ma il castello non è molto antico, perché la prima fondazione è stata d’ un monasterio di monaci (…….)come appare nelle scritture consistenti nella Chiesa Latenarenze di Roma, e l’istesso si dimostra in una altra scrittura quale si serba nell’ abbatia della Santissima Trinità di Mileto. (……)” ” sta hoggi il predetto castello sotto il dominio dell’illustrissimo D. Carlo Ruffo. Il particolare da notarsi è, che nella Chiesa di S. Maria, si riserva un frammento del legno della Croce di Cristo Nostro Signore, un altro della tavola, dove ei fece la cena con i suoi Apostoli, e un altro della veste della gloriosa Vergine, Reggina del Cielo; quindi passando il fiume Catiano, incontriamo un altro illustre castello chiamato Seminara.—“

Girolamo Marafioti, Croniche et antichità di Calabria, Sala Bolognese, (BO) 1981 (ristampa anastatica dell’opera uscita in Padova nel 1601.) p. 65b – 66

” ….egli vuol sapersi, che ove oggigiorno è la Bagnara dal mille e cinquanta in là non vi era abitazione alcuna, e nulla di meno era viaggio, qual necessariamente dovevan farlo, che pur era frequente per la residenza della Corte Regia in Palermo, tutti quelli, quali da qui passavano in Sicilia. Tutto ciò considerando Roggiero…….risolse fabricarvi una Casa di Religiosi, quali avessero ad albergare tutt’i i Pellegrini, cosi come fece, imponendole il nome di Santa Maria della Gloria:——–” Vol. II p.391: In peregrinorum domun et hospium

“una singolare spiegazione sulla venuta dei domenicani a Bagnara nel 1583: va posta in relazione all’incremento demografico ed edilizio del paese.” Vol. II p.359

Giovanni Fiore, Della Calabria illustrata, TOMO I NA MDCXCI; TOMO II NA MDCCXLIII; SUPERIORUM PERMISSU MDCLXXXXI Ristampa fotomeccanica per Arnaldo Forni Sala Bolognese (BO) 1980

” Fu a Scigliano, (…..) che il principe (Giuseppe Napoleone) ricevette (….) il decreto del 1 aprile 1806 che lo dichiarava Re delle Due Sicilie; la notizia si sparse rapidamente nei paesi; passando da Bagnara, semplice borgo lungo la strada che porta a Scilla e Reggio, fu per la prima volta salutato come sovrano…..” p.35

“…..il Campo di piani della Corona che domina Messina, le isole Lipari, il Capo Milazzo che si erge il faccia all’Enta; questa vista ammirevole, unica al mondo, mi colmò di meraviglia. Dopo di che, scesi a Bagnara, toccai Scilla e (Villa) S. Giovanni e giunsi la sera a Reggio….” p.184 Nicolas Phillips Desvernois, un generale di Napoleone nel regno di Napoli, Memorie di N:Ph. Desvernois ( 1801 – 1815 ) Soveria Mannelli (CZ) 1993

” ……..ci avvicinammo alla riva del mare. La vista era splendida. Ritengo di non aver mai visto nulla di più bello, in vita mia, dello spettacolo offerto dalla costa siciliana con Messina scintillante nel sole mattutino e l’Etna gigantesco torreggiante su tutto; ai piedi delle alte rocce, intorno alle quali la nostra stradina correva,era il calmo azzurro mare, e, spingendosi nel mare, la graziosa piccola città di Bagnara…. Discendemmo a zig zag verso Bagnara, dove sostammo brevemente, tentati dall’aspetto di alcuni fichi verdi fatti maturare prima del tempo con segni incisi con la punta di una spina. Ne avemmo nove con tre Tornesi, una moneta del valore di un farthing. Ma anche ci fermammo per ritrarre una donna il cui costume ci sembrò molto pittoresco. Ella indossava una giacca larga su di un giubbetto azzurro allacciato davanti, un grembiule verde corto ed una sottana bianca; i piedi erano nudi; i capelli, intrecciati con nastri azzurri, erano attorcigliati intorno alla testa, sulla quale portava invece di tenerlo in mano, un piccolo vaso di perfetta forma classica. La naturale dignità del suo incesso assicurava la stabilità del contenuto del vaso.”

09 giugno 1838 p.207 Arthur John Strutt, Calabria Sicilia 1840 Avventure di un inglese nel mezzogiorno borbonico, Napoli 1970

” Nel bel mezzo di Bagnara vidi dal’alto un ponte a tre archi. Sul ponte scorsi la diligenza di ricambio. Vi giungemmo per via sempre serpeggiante. C’est une petite bourgade presque entierement habitèe par des pecheurs et des marins. Non la vedeste bene signor Francese. Bagnara forma due parti, una alle falde del colle, ed è quella più rozza, l’altra su la riva del mare; e questa ha l’aria di una piccola città, con strade regolari, con palazzi, e colla chiesa del Rosario di forma rotonda. Ora, in quelle case decenti non possono starvi nè pescatori, nè marinai” Agosto 1845 p.136 Cesare Malpica Dal Sebéto al Faro Scoperta della Calabria (1845 – 1846) S. Giovanni in Persiceto (BO) 1990.

” La pesca è molto abbondante sui due mari; presso Bagnara, sotto il piano della Corona, vi si pesca il pesce spada. La murena la si trova nei paraggi del mar Ionio.” p.82

Auguste De Rivarol, Dal 1809 al 1812 in Calabria Nota storica nella Calabria, Bordighera 1990

“Dall’altro lato, e sulla costa della Calabria, soprpassavamo Bagnara, piccola città posta in alto e sul genere di Scilla, le cui case sembrano essere state come versate dalla cima delle montagne per ritrovarsi abbarbicate lungo le pendici scoscese della costa. Più in là la città o borgo di Palmi, meglio ubicata, poiché è posta su uno spiazzo a terrazza, che ci sembrò particolarmente verdeggiante.”

La Calabria dell’Abate Sait-Non V.P.65 JEAN-BAPTISTE CLAUDE RICHARD DE SAIT-NON DICEMBRE 1778

“Bagnara, città importante della costa, costruita sulla sommità di un’altura a picco sul mare, è stata completamente rasa al suolo. Le case franarono le une sulle altre e a malapena si intravede ciò che poteva essere questa città, un tempo.”

Memoria sopra i terremoti della Calabria nell’anno 1783, trad. italiana, NA 1785. DEODAT DE DOLOMIEU Dopo il terremoto del 1783

Da Scilla e Bagnara, poi, e finche non si giunga al – piano della corona – innalzandosi gradatamente la roccia, nel cui fianco s’incastra la strada rotabile, comincia una nuova serie di impressioni, nella sterminata coltivazione della vite, che si estende fino a sommità del monte. Non si può descrivere quale gara di creazione abbia l’uomo sostenuto con la natura in què paraggi. Esso ha fruttificato addirittura il sasso, e può dirsi col Deuternomio – Mel e petra…… oleumque de saxo durissimo, et sangunem…. uvae meracissimus.- “E’ un ricamo continuo e disposto con arte, di viti dal fogliame d’un bel verde carico, e da’ grappoli di mostruosa, immensa mole. L’industria umana, giovandosi di quella strapotente forza di luce, ha pazientemente triturata la pietra, ridotta a scaglioni, arricchita da sufficiente quantità di terra portatovi sulle braccia, perchè alcuna bestia dalle quattro zampe non potrebbe arrampicarsi, e trasformò in giardini le rocce a picco, accessibili soltanto alle aquile! Chi può valutare in quella specie di ardimentoso lavoro, gli stenti, il tempo, i sudori di generazioni intere? Si additano ancora all’intonito viaggiatore i diversi siti donde, in parecchie circostanze, precipitarono dall’alto gl’infelici proletari che, in mancanza di terra ferma da coltivare si libravano sulle balze granitiche di què burroni. Oggi l’uomo ha trionfato, vi regna sovrano, ed a simiglianza degli uccelli, vi ha fatto pure il suo nido: a quando a quando io vedevo sulla sommità d’un albero ad alto fusto una specie di capanna, intrecciata tra i rami; chiesi al vetturino che fosse, ed egli rispose: – Vi dorme il coltivatore a guardia delle sue uve.”

Post Author: Gianni Saffioti