Bagnara e le sue attrattive, articolo di Alfredo Pedullà Audino del 1949

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In Calabria, tra Scilla e Palmi, sorge Bagnara con le sue bian­che case digradanti sul mare, con la sua spiaggia spaziosa e ricca di rena e di barche, col suo Castello merlato che domina il golfo da dove ha inizio lo stretto leggendario.

Questa bellissima cittadina del Tirreno è nota in Calabria so­prattutto per la pesca del pesce-spada e per le sue donne.

Il pesce-spada, essendo il golfo di Bagnara riparato e caldo, ogni anno è qui richiamato dalle ragioni nordiche per deporvi le uova.

La pesca è molto singolare e ad essa si dedicano i migliori uomini della marina, in quanto ci vogliono muscoli giovani e di acciaio, mani agili e rapide, occhio vigile e preciso. Sulla barca è posto un  albero  sul quale sta all’erta un pescatore: egli scruta le onde del mare proprio nello specchio di acqua davanti alla cittadina e indirizza i compagni che sono ai remi verso il “posto” dove ha visto affiorare il pesce-spada Avviene allora un  abile lancio di fiocine, che sono legate a lunghe corde e che vanno a colpire il pesce; questi, quando è ferito mortalmente, con e fiocine rimaste conficcate nel suo corpo, trascina la barca per  il mare arrossato dal suo sangue in una corsa folle e paurosa fino a svenarsi..

Il pesce, il cui peso si aggira sui cento chili, viene poi tirato e issato sulla barca che rientra alla riva col prezioso carico. (Prezioso in quanto il pesce-spada è gustosissimo ed è molto ricercato). Ed in primavera, nella stagione propizia, la pesca è abbondante e tale da compensare le fatiche dei pescatori.

Bagnara è nota anche per le sue donne che sono molto laboriose .

È leggenda che gli uomini qui stiano oziosi e siano man tenuti dalle proprie donne. Essi invece lavorano tutti; molti son pescatori, gli altri, nella maggioranza, sono virtuosi nel fare ceste di castagno nelle fabbriche o nelle proprie case.

È falso quindi che gli uomini di Bagnara non lavorano. La leggenda forse è nata per il fatto che le donne del popolo di questa laboriosa cittadina sono diverse dalle altre donne di Calabria che lavorano in casa o nei campi. Diverse in quanto buona parte di esse si vedono sempre in giro a vendere e a commerciare partono a frotte ogni mattina e invadono treni e navi-traghetto portando grandi cesti o pesanti carichi sulla testa. Esse vanno vengono dalla Calabria alla Sicilia, recando primizie alimentari frutta, tanto caratteristiche nel loro costume dalla vita tagliati molto in alto, dal corpetto aderente al seno e dalle gonne lar­ghissime. Belle e prosperose, querule e talvolta audaci, esse con­quistano i mercati di Reggio e Messina. E non soltanto di queste due « città sorelle ».

Ricordo, a proposito, che nel ’47 – quando ovunque in ltalia imperava il mercato nero    incontrai alcune bagnarote nelle sta­zioni ferroviarie di Genova e di Modena. Costoro avevano por­tato (nascosto chi sa come) dell’olio e rientravano in Calabria portando del riso, che da noi allora costava molto caro.

Conoscendo ormai la loro audacia, per me non fu. una sor­presa incontrarle nell’Alta Italia così lontane dalla loro zona d traffico.

Petulanti, audaci, prepotenti, quel che si vuole: ma esse sono operose ed instancabili; sudano, come suoi dirsi, il pane che mangiano, il guadagno che seralmente portano a casa, per la propria famiglia.

Al lettore potrebbe sembrare, da quanto ho scritto, che di giorno a Bagnara non si incontri alcuna donna

Non è così. Sono molte le donne del popolo che restano in paese ed accudiscono ai lavori domestici, artigiani o di campagna

E tu le incontri per le vie queste donne, dal superbo porta­mento, bellissime per il languore dei loro occhi, per quel bruno pallido ma tanto espressivo che dà al loro volto una grazia sedu­cente; per la loro pura e simpatica bellezza che conquista ed af­fascina. Sono fiori sbocciati e cresciuti vicino al mare, sotto l’afa infuocata dal sole, e, per quanto avvezze alle più dure e alle più rudi fatiche, sono di una squisita e sana femminilità le donne di Bagnara: sanno amare ardentemente e devotamente il loro uomo, sanno stringere al seno il loro piccino che piange o ride, sanno cullarlo tra le amorose braccia ed addormentarlo con una ninna nanna prolungata, in cui essa affondano la loro tenerezza, l’ardore dei loro umili cuori, la loro preghiera, la loro speranza.

Le donne di Bagnara a vent’anni hanno quasi sempre impressa nelle giovani fronti l’aureola della dolce maternità, che è la gioia più cara, la felicità più grande, l’orgoglio più santo della donna calabrese.

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Ho detto che Bagnara è nota in Calabria sopratutto per le sue donne e, per la pesca del pescespada.

Essa, infatti, è poco conosciuta per il suo clima mite anche per la singolare e pittoresca posizione sul mare, per sue tante bellezze panoramiche.

Sita al centro del suo <grande golfo>, Bagnara siede sovrana sul mar  Tirreno, che le si stende azzurro e tranquillo, silenzioso e magnifico tutto dinanzi, da dove ha inizio lo Stretto di Messina e dove, in lontananza, si profila in forma di cono la fumida ed ignea isoletta di Stromboli.

Le sue bellezze sono moltissime: le sue bianche case digradanti mollemente sul mare, la sua spiaggia ampia e renosa, il suo Castello, la sua scogliera, le sue grotte marine, le sue tante barche formano dei quadri meravigliosi, incantevoli.

Tu, dall’alto della cittadina ristai a guardare il mare e il cielo, la rocca di Scilla a sinistra e la rupe su S. Elia a destra mentre l’anima è rapita dalla immensità dello spettacolo, trasportata in un mondo che non è più sogno e quasi neppure realtà. Voci tenue ti giungono dalla Marinella, dolci cantilene dl pescatori sofficiate dal vento, armonie di sogni svanenti sulle onde, echi di graziose ballate e di leggende popolari

La tua fantasia rievoca i tempi che furono, di amore e di morte (Glauco e Scilla), di potenze e di sconfitte di gloria e di sventure per la nostra patria.

 Rivive la Storia e tu rivedi sul mare le prime vittoriose triremi romane e poi….. le navi pirate

e le flotte spagnole, francesi ed inglesi che si contendono tra di loro il predominio dell’Italia.

Tempi passati che furono; visioni che svaniscono nei secoli. Rimangono le bellezze naturali, in visioni paradisiache, che sono state ritratte da moltissimi pittori ma che pochi sono riusciti a riprodurre in tutte le loro sfumature, in tutti i loro incanti.

Se Bagnara riuscirà ad avere una adeguata attrezzatura alber­ghiera, tale da richiamare i turisti, essa avrà quella valorizzazione che merita per le sue tante attrattive; essa potrà divenire un sog­giorno piacevolissimo per i forestieri e molto salutare per quegli stranieri che durante la stagione invernale hanno bisogno di un clima mite, dì aria marina è di tanto sole.

Post Author: Gianni Saffioti