Francesco Patamia 1852 – 1927 armatore

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Francesco Patamia, nato a Bagnara il 24 luglio del 1852, all’età di sedici anni con la qualifica di mozzo si trasferì a Gioa Tauro, dove lentamente cominciò la scalata al successo che lo vide tra i più potenti armatori di velieri di tutto il Mediterraneo.

La sua fortuna comincia con l’acquisto in comproprietà con un commerciante di legname, certo Gioffrè Giovanni, di una barca, ,a prima, di nome Carmelina.

La goletta Carmelina fu costruita   a Gioia Tauro nel 1889 e demolita a Trapani nel 1930, aveva una stazza di 50 tonnellate e veniva tirata a secco da 25 coppie di buoi.

Ben presto Patamia diventa padrone unico della barca e dopo essere diventato marinaio supera gli esami diventando capitano maritmo.  La Carolina fece ben presto coppia con il cutter Vincenzino e da li a poco la flotta si ingrandì a vista d’occhio.

Le navi del Patamia erano governate dai suoi cinque figli maschi che partendo dalla gavetta come il padre, riuscirono a diventare abili marinai e poi capitani maritmi.

Il Cigno, facente parte della flotta, nel 1918 era tra i più veloci motovelieri del Mediterraneo. Aveva come propulsori due motori di sommergibili della prima guerra mondiale. Per invidia fu bruciato dalla concorrenza.

Il Cigno fu sostituito dal Rina, un tre alberi poco fortunato. Mentre entrava nello stretto di Messina, nel 1939, a causa del forte vento, ruppe la chiglia nell’impatto con un piroscafo affondato. Rimase per sette anni nei cantieri Messinesi in riparazione e poi fu demolito.

A Gioia Tauro egli creò un vero impero di commercio. Comprava e trasportava prodotti locali, in tutto il Mediterraneo, creando nella provincia centinaia di posti di lavoro tra i numerosi magazzini gestiti sul lungomare di Gioia ed il lavoro di carico e scarico merci che negli anni di maggior sviluppo dava lavoro anche a più di 300 bagnaroti.

Francesco Patamia fu uomo umile e coraggioso e più volte rischiò la propria vita per salvare uomini e navi durante le tempeste. Questa sua generosità fu riconosciutagli dal Re che per ben tre volte lo premiò con altrettante medaglie di bronzo, come sta scritto sul  suo libretto di bordo custodito dal nipote suo omonimo.

Il Francesco Padre, veliero comandato dal figlio Francesco, fu il più veloce del Mediterraneo e a testimonianza di ciò è oggi esposto al museo di Civitavecchia.

Per concludere riporto inizio di un articolo scritto da un giornale in occasione della sua morte:   GIOIA TAURO. – Dopo un’esistenza di ininterrotto ed onesto lavoro, colpito da lunga ed incurabile malattia, assistito dai conforti religiosi, nella matura età di anni 75, verso le ore 9 di sera del giorno 2 dello scorso mese, cessava di vivere il noto ed apprezzato armatore Francesco Patamia da Bagnara e qui residente sin dai primi anni della sua giovinezza. –

Post Author: Gianni Saffioti