Bagnara sotto i bombardamenti

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La prima galleria ferroviaria da Bagnara verso Scilla esistente ancor oggi ma non più in funzione, luogo di riparo durante i bombardamenti del 1943

Sarebbe abbastanza impegnativo descrivere, in una paginetta come questa, i lunghi mesi trascorsi dalla gente di Bagnara durante i bombardamenti degli alleati contro i tedeschi in fuga verso il nord. Lo faremo in un discorso più ampio, vista la mole di documentazione acquisita, in altre pagine.

Per adesso approfittando delle tante conferme che il diario di Vincenzo Spinoso (14 luglio 1943 – 27 ottobre 1944) da a quanto da me raccolto nelle innumerevoli registrazioni; rendiamo visive due fotografie ritrovate da Francesco Barilà e concesse al A.S.F.B. contornandole di alcune notizie estrapolate da alcune interviste ed alcuni brani del libro stesso di Spinoso.

Il 21 giugno del 1943 subito dopo mezzogiorno, una squadriglia di bombardieri inglesi sorvolava minacciosa la nostra cittadina; improvvisamente uno di questi quadrimotori si stacca dagli altri e si dirige verso il centro del paese lasciando cadere le prime bombe alleate su Bagnara. L’obbiettivo erano dei camion tedeschi incolonnati in via Nastari. Uno di questi fu centrato e vi perirono due soldati tedeschi. Una delle bombe, che un ragazzino armato di binocolo dal rione arangiara vedeva luccicare in cielo, cadde in via S. Giacomo colpendo e distruggendo la casa del Dott. Spoleti. Dentro la villetta, tutta in legno, furono dilaniati l’anziano dott. Spoleti, padre del senatore, e la sua domestica. I corpi straziati furono immediatamente portati in barella al vecchio municipio, dove il dott. Casciano ne  constatò solo l’avvenuta morte. Per i primi due morti bagnaresi a causa dei bombardamenti, fu allestita una camera ardente in municipio.

Per i mesi successivi la gente cominciò a trovare riparo nei luoghi che riteneva più o meno sicuri. Tutte le gallerie ferroviarie sia verso Palmi che verso Scilla, furono rifugi per migliaia di persone. Altre scapparono verso le montagne lungo lo Sfalassà e verso Solano.

” Il mio posto, entro la galleria, è a solo trenta metri dalla sua bocca: sono quasi il più vicino ad essa. Un posto pericoloso, dicono ma che mi offre l’aria e il dono della luce dell’alba prima. Attendo ogni giorno l’alba per dare sguardo al paesaggio che l’ apertura mi mostra: qualcosa che non è descrivibile. Sembra il disegno sbiadito di un paesaggio; un quadro a cupola, posto nella grande sala del mondo. Soltanto le rotaie dritte e parallale, stonano; poi tutto è accettabile, financo la gente che esce a respirar l’aria mattutina o compiere le funzioni essenziali, anche se impure, del vivere. Tutto è pace da quattro giorni: solo il passaggio di qualche aereo, la paura degli assediati e lo sparo di qualche mitragliatrice antiaerea, ci dicono della guerra. Ma domani? “

Vincenzo Spinoso.

Ore 4 e 30 del 4 settembre 1943

” S’è udita or ora, una violentissima esplosione in paese: si pensa che i tedeschi in ritirata abbiano fatto saltare in aria il ponte Caravilla, che si diceva già minato. E’ stata, questa esplosione, la sveglia per quelli della galeria. Tutti sono svegli, in attesa del nemico, che per noi non è più tale.”

Vincenzo Spinoso

Altre notizie sull’argomento saranno ampiamente trattate in altre pagine.

Le fonti su quanto sopra scritto, oltre ai già citati, mi sono state fornite dai signori:

Mario Fazzari, Carmelo Parrello, Francesco Versace. Pietro Bagalà, Francesco Patamia

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Il ponte Caravilla distrutto dai tedeschi in ritirata

Post Author: Gianni Saffioti