Precisazioni sulla Torre volgarmente detta di Ruggiero o Ruggero

Agosto 2012

All’attenzione dei responsabili della pro loco di Bagnara Calabra e dei compilatori dell’opuscoletto

BAGNARA CALABRA Città Turistica Edizione 2012

Esposizione elementare sulle notizie storiche in esso contenute – prima parte –

LA TORRE ARAGONESE DI CAPO ROCCHI (o di ROSCI), volgarmente detta TORRE DI RUGGERO

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Torre dalle accentuate caratteristiche angioino-aragonesi, sorge all’estremità del promontorio Cacilì, proprio a ridosso dell’attuale porto, sito sulla sottostante rada di Rosci.

E’ una fra le numerose torri di avvistamento o “cavallare”, cosi dette perché si trovavano lontane dalla città, mentre quelle attaccate alle mura si chiamavano torre di guardia, costruite a metà del XVI sec. a difesa delle marine dagli improvvisi assalti turcheschi. Gli uomini che in essa si insediavano con il compito preciso di scrutare il mare e le coste al fine di prevenire gli assalti dei pirati turcheschi, erano detti “cavallari”. Restavano in carica per un triennio, ricevendo gli ordini dal torriero, consegnatario della torre per rogito notarile. Primo torriero della torre di Capo Rocchi sembra fosse stato un certo Lelio Leonardo ivi presente nel 1576, ultimo un certo Ruggero da cui volgarmente poi il popolino ha dato il nome alla torre come capita spesso in questi casi. Emblematico è il luogo lungo la statale 18 tra Bagnara e Favazzina denominato “Cava di Musella” che invece si chiama in altro modo, ma che volgarmente la tradizione popolare ha ribattezzato con il nome dell’imprenditore che ha sfruttato quel luogo come cava.

Quindi “cavallari” erano gli uomini addetti a fare da avvistatori, ovvero scrutare il mare per avvistare le navi corsare ed avvisare la popolazione in modo da poter allestire una valida difesa.  Il torriero era il responsabile e coordinatore degli addetti al monitoraggio dello specchio marino, e quindi non ha senso chiamare la nostra torre Cavallo. Ancora una grossa banalità è dire che la Torre aragonese di Bagnara venga chiamata ”di Ruggero”  nella convinzione che fosse stata costruita nell’anno 1000 dal conte normanno, cosi come crudelmente c’è scritto nella guida turistica della pro loco 2012. Nel linguaggio popolare volgarmente si usa dire “Torre di Ruggero” perché nella memoria storica è rimasto come ultimo “torriero” questo benedetto Ruggero che con il conte d’Altavilla non aveva alcuna relazione. Riguardo poi all’anno 1000, il famoso conte normanno che fece costruire l’abbazia di S. Maria e i XII apostoli, bene, in quell’anno il nostro conte non era ancora nato. Era ancora sindaco Frosina quando assieme all’allora presidente della pro loco Luigi Oriana mandammo la prima lettera all’ amministrazione comunale per far rimuovere i cartelli turistici inerenti la torre con le scritte – TORRE RUGGIERO e TORRE RUGGERO, seguirono altre ferme segnalazioni alle amministrazioni che seguirono, quei cartelli sono ancora al loro posto e sono passati 12 anni, questo significa che l’indifferenza verso un concetto di turismo serio è lontana da tutti coloro che si sono o si interessano attualmente di turismo e del suo sviluppo, su tale linea si muove  il misero librettino della pro loco locale del 2012.

La caratteristica posizione sul mare, a ridosso del promontorio roccioso, ha fatto della nostra torre quasi un emblema della città.

Subì i primi danni dal terremoto del 1638, che ne rovina la garitta, la scala ed il parapetto, ma a dispetto dei terremoti, sopravvisse in modo egregio fino agli anni  1920-30, allorchè, a causa dell’apertura di una cava per l’estrazione della pietra, le fondamenta del lato sud vengono messe in serio pericolo. Questa sua nuova configurazione che la vede come svuotata alla base ed ancor più precipite sulle scogliere del mare, contribuì a farne un rituale oggetto per cartoline. A partire dal 1989, in concomitanza con i lavori per la costruzione del porto, venne salvaguardata e sottoposta a completo restauro, e, tutto sommato, nonostante le colate di cemento, gettate senza la pur minima preoccupazione estetica, per rinforzarne la base, ed il pessimo trattamento subito dalle sue mura che ce la offrono come velata da una malinconica e anacronistica modernità, si può affermare che è fra le torri costiere meglio conservate della Calabria.

Le altre inesattezze sulle poche e disgraziate righe dedicate dalla guida 2012 della pro loco di Bagnara alla torre evitiamo di commentarle, anche perché dovremmo dare in anteprima delle notizie storiche poco conosciute.

Spero che queste poche, dissuadenti e semplici notizie che anche i bambini delle scuole elementari conoscono, rendano consapevoli i responsabili della pro loco e della pubblicazione della guida che il turismo non si sviluppa con 4 notizie copiate malamente da più parti e buttate li tanto per scrivere qualcosa, ma occorre essere seri, preparati e consapevoli di quello che si fa. Se i responsabili di tale orrendo opuscoletto offensivo verso la storia cittadina, al posto di parlare di errori di stampa, si dimettono dalle loro cariche e si dedicano al gioco delle bocce o a salutari nuotate nel mare cristallino della cittadina ne saremo tutti grati.

Ps: volutamente alcune notizie storiche sono citate senza bibliografia, in modo da poter verificare in ogni momento l’autenticità di scritti simili che abuseranno di questo testo senza citarlo. Si ringrazia il dott. Alessandro Carati per averci permesso di usare le notizie storiche della sua guida turista di Bagnara Calabra.

Post Author: Gianni Saffioti