Il quadro del naufragio sito nella volta della Chiesa di S. Maria di Portosalvo di Bagnara Calabra

<>

Il quadro del naufragio

sito nella volta della Chiesa di S. Maria di Portosalvo di Bagnara Calabra

 foto di Rosario Stillo descrizione e commento a cura di Alessandro Carati

La raffigurazione della B. V. occupa tutta la zona centrale del dipinto. E’ assisa in trono, circondata dagli angeli, e poggia i suoi piedi proprio sulle testoline aeree di alcuni di essi che fuoriescono tra le nuvole bluastre e dense; al di sotto, sulla stessa verticale, vediamo un’insieme confuso di almeno tre personaggi anonimi, di fianco ai quali un pretino in ginocchio, con le mani raccolte in preghiera, volge lo sguardo supplichevole alla Vergine che lo sovrasta. Sulla destra della Madonna c’è un personaggio in piedi non meglio identificato (potrebbe essere San Sebastiano): regge nella mano destra un rametto di palma, simbolo della quiete e della pace, e con la sinistra, senza sforzo apparente, trattiene con doppia e robusta catena due cani neri che ringhiano feroci ai suoi piedi: i cani stanno proprio alla base del dipinto, e le loro teste feroci sovrastano di poco quelle dei tre confusi personaggi.

La figura del santo non sovrasta in altezza il busto della Madonna; è slanciata, giovanile, non priva di un certo dinamismo formale, dovuto alla posa avanzante ed alla fluttuante tunica rosso porpora, che con ampia piega, partendo dal fermaglio che la tiene al collo, finisce nei pressi della vita.

Sul lato sinistro del riquadro, gli si affianca la figura di un vescovo, così che entrambi questi due personaggi fanno ala e rendono merito alla B. V.. Il vescovo, nella sua posa calma e quasi immobile, con volto sereno e pacato, contempla la Vergine non senza un certo reverenziale timore. Ma tale personaggio, con la ridondante plasticità delle sue vesti, ricche di un’infinità di soffici pieghe, ingentilite fino ai vertici del fasto con pietre preziose e ricercati ricami,sembra fare da contrasto con la semplicità del vestiario della Vergine e del santo che le stà a fianco; e la mitra ed il pastorale gli conferiscono ancor più slancio ed elevazione, tanto che con la mitra egli supera l’altezza del santo. Questo vescovo, così terreno nella sua raffigurazione, sembra divenire il vero tema ispiratore del dipinto, ovvero, il punto focale per una sua interpretazione, la chiave di volta di una concezione artistica e terrena della vita, che pur concedendo alla B. V. ed al suo seguito il dovuto posto ed ossequio, non trascura il contingente. Il vescovo sorregge sulla mano sinistra un galeone a tre alberi e a tre ponti, dalle linee e dai colori vivaci, che però ad un attento sondaggio trovano poco riscontro in un modello reale. La nave, sita perfettamente sulla linea mediana del dipinto, è relegata al margine estremo di esso, tanto è vero che la bandiera di poppa, a croce rossa su sfondo bianco, resta tagliata a metà. Nella mano destra il vescovo sorregge un lungo cero di ringraziamento, la cui fiamma un leggero venticello gli volge contro.

Da questi pur brevi cenni, sembra relativamente semplice interpretare il dipinto ed il suo intimo significato e messaggio. Ecco dunque la mia lettura. Ci fu un tremendo naufragio, dal quale la nave rimase indenne; e per la maggior parte anche i marinai riuscirono a salvarsi. Però non pochi caddero o si buttarono in mare, e, nel vano tentativo di mettersi in salvo, finirono con l’annegare o furono sfragellati contro gli scogli della rupe di Marturano dalla violenza dei marosi: ed i cani ringhianti, dunque ci testimoniano non solo la loro tragica fine, bensì anche il funesto destino di chi muore di morte improvvisa e violenta, e che solo la preghiera dei propri cari, o, come nel nostro caso, le suppliche del vescovo, possono redimere, i due mastini non riusciranno ad azzannare quelle vittime innocenti, perché tenuti saldamente a catena dal nostro santo, che non a caso nella mano destra tiene un rametto di palma, simbolo di pace e del ritorno del sereno.

Questo dipinto è la testimonianza di un evento funesto, temuto dai marinai e dai pescatori di ogni tempo e luogo, perché l’uomo può assai poco contro la potenza degli elementi che si scatenano in un mare in tempesta, e dunque rende gloria alla Beata Vergine di Portosalvo, da lei sola infatti ci sovviene la salvezza dell’anima e del corpo.

<>

Post Author: Gianni Saffioti