FATICA – Brano di Vincenzo Spinoso tratto da Sfalassà del 15 agosto 1949

Con passo pesante e fermo, una donna viene avanti lungo il sentiero pietroso, accordando la propria all’andatura sonnolenta della mula che si tira dietro. Sul capo porta il bilico un cesto colmo delle regalie che i nostri poveri recano ai ricchi come doveroso voto a piccoli iddii.

Non ha trent’anni; ma il suo corpo ha conosciuto troppe fatiche per imbellettarsi ancora di giovinezza, troppe maternità per ricordare la grazia femminea.

E va scalza, sotto il solleone accecante; di tratto in tratto poggia una mano sull’accentuato turgore del ventre, come per un riaffiorire di tenerezza.

E va, con il passo fermo e pesante delle creature che nell’abbandono, sanno solo di dover servire l’iddio implacabile della Fatica senza mercede.

Riflessioni di  G. Saffioti del 2 aprile 2003

Erano tempi decisamente duri per i popolani, e l’esempio sopra descritto fa parte di una consuetudine ben rodata, che vedeva il povero contadino o pescatore o altro, sottomesso a quelli che erano i due principali capisaldi della propria esistenza: i ricchi e la fatica. Il soggetto dello spunto è una bagnarota, lavoratrice infaticabile e più volte mamma tanto da sembrare più vecchia della propria età. Al giorno di oggi certe cose, se ancora esistono, non hanno più in valore di un tempo, dove era netta la divisione tra il ricco che sembrava un piccolo Dio ed il povero che stentava a vivere consapevole di essere e rimanere sottomesso. Ma nonostante questo, si legge, in un opuscoletto stampato dall’amministrazione comunale di Bagnara nell’estate del 2002, in riferimento alla figura della bagnarota, quanto segue: …..è bene però anche se dolorosamente dichiarare l’estinzione di questa figura………………. Cosa l’autore volesse dire, non si riesce a capire, certo è che egli mette in luce un pensiero rievocativo molto preoccupante di un ritorno ad un passato fatto di miserie e ristrettezze e di mancanza di valori sociali e sindacali. Perchè egli scrive ” anche se dolorosamente ” ci angoscia; speriamo che egli non volesse assolutamente dire quello che invece a scritto, perchè un augurio di tornare indietro ai tempi delle bagnarote è preoccupante e antistorico. Le bagnarote hanno già dato tanto e certi tempi sono molto lontani. Quanto realistico e precursore dei tempi in questo caso è stato l’autore del nostro spunto, tanto retrogrado ed ignorante in materia si trova l’articolista dell’opuscoletto divulgativo, che ci propina una bagnarota ed una Bagnara molto poco realistiche. Per meglio capire sarebbe opportuno leggersi tutto l’opuscoletto in questione.

 

Post Author: Gianni Saffioti