Bagnara panoramica, articolo di Domenico Capomolla del 1949

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L’urlo del mare rimbomba nelle case nei giorni di bufera e la carezza salutare, lieve? si distende su tutta Bagnara nelle infinite giornate serene. Il viale Turati, a pochi metri dalla spiaggia renosa, si spazia, recentemente alberato, in una lunga e rettilinea passe­ggiata. La strada nazionale attraversa la cittadina, in un nastro lindo che si inerpica, più tardi, per la visione di panorami indimentica­bili. La ferrovia è nel centro dell’abitato e quotidianamente depo­sita centinaia di viaggiatori.

Questa è la situazione turistica di Bagnara dal punto di vista delle comunicazioni, perfezionata da una rete di moderni autobus che raggiungono la stessa Reggio e tutto il retroterra, la piana solatia e l’Aspromonte frondoso ed alto: meta agognata di 2000 metri per vedere sorgere il sole dal mare Jonio ed ammirarsi proiettati in quello Tirreno. Vari mezzi rapidi lasciano il turista in mezzo alla bellezza di questo centro e molte volte si incontrano nello stesso punto i gitanti che provengono dal mare, che viaggiano sul treno e che discendono dai predellini di autopulman. Più tardi si spargliano a gruppetti. Sul Grugno di Martorano, vecchio scoglio al­berato, dal pianoro su cui è sistemata una villetta con vasca mor­morante nel getto forzato su di un pesce-spada immerso, un ca-pannello ammira il panorama chiassoso di case, il corrugarsi del mare, le ‘ombre dei monti, il luccichio dei fiumi! All’Affacciata, (sul: fiume Ganziano, ampia terrazza che sprofonda sui mare, un gruppo più compatto si serve di binocoli. E il turista guarda in ogni direzione, perchè la scelta è difficile sia che si volga verso Solano, (2) dalle case appollaiate sulle pendici d’una collina uber­tosa e tufacea che vide il combattimento dei garibaldini; che 5 ‘inclini alle sorgive risonanti, ombrose e profumate di rose; che s’indugi sul rapido Sfalassà dalle industrie elettriche, boschive e cartarie; che il suo occhio si socchiuda al bagliore delle acque di Scilla che specchiano, novella fata Morgana, il ridente paesetto; che si dilunghi nello Stretto fino alle prime case di Messina; che si fermi a punta ~aro luccicante per  laghi Ganzirri con tutta la costa orientale della Sicilia; oppure che si distragga nelle isole Eolie; che voglia ricercare nel cono incavato il fumacchio di Vulcano; che ondeggi lontano per il golfo di Squillace nel suo capo Vaticano; che si disperda nel golfo di Gioia con la rupe di S. Elia fresca ed incantevole; che ammiri lo speco marino della grotta Rosarella; che si avvicini con lo sguardo incantato su tutta Bagnara, adagiata soavemente sulla sabbia e sulla scogliera e tra i boschi; che voglia riguardare la spiaggia pullulante di barche operose; che intenda rivedere da lontano i luoghi di arrivo, vicini fra loro, ed additare l’imbarcadero, la ferrovia e la stazione auto­mobilistica, i turisti incantati non chiedono altro che spiegazioni, notizie e località.

Qui vogliono fermarsi.

Inutilmente si tende a portarli oltre per rendere loro più interessante il viaggio e più varia la gita.

Non sentono il bisogno di aggiungere altre visioni a questa meraviglia incomparabile! Non v’è altro luogo migliore per rima­nere entusiasti, accontentati appieno. E vogliono ancora rivedere ancora guardare e più non bastono le pellicole prodighe. Li v’era l’antica abbazia, più avanti il merlato castello dal ponte levatoio, a sinistra il nuovo artistico ed incantevole palazzo dai fioriti giar­dini pensili, in mezzo il ponte Caravilla che spicca nelle ardite sue luci, lassù i Cappuccini vecchi dalla chiesa ridotta ad una stanzetta disadorna o ad una campanella sospesa al tronco di un albero, più in là il Belvedere dei Cappuccini nuovi i Bisogna an’-dare li per ammirare ancora i Ancora? Sempre! ! !

Ed ancora in altri luoghi di questa Bagnara sempre più belli!

Post Author: Gianni Saffioti